
Zerocinquantuno
·4 settembre 2025
La mancata cessione di Lucumí è un azzardo ma ci dice che lo status del Bologna è cambiato

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·4 settembre 2025
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Tra qualche anno l’aver rinunciato ad una trentina di milioni per Jhon Lucumí potrebbe essere ricordato come uno dei peggiori azzardi di mercato del Bologna. Nei fatti, già lo è. Il rischio di aver scollinato l’apice della sua valutazione economica è quanto di più realistico possiamo immaginarci, trattandosi di un giocatore non più così giovane (classe 1998) che sembrerebbe aver rimandato solo di qualche mese i preparativi per il divorzio, al netto delle attuali discussioni su un rinnovo fino al 2029. Un divorzio peraltro già virtualmente consumato tramite la sgradevolissima uscita del suo agente poco prima dell’esordio a Roma.
Ma questa vicenda ci insegna un’altra cosa. Il BFC formato europeo ha appena dimostrato di saper resistere anche alle offerte indecenti se questo serve a difendere due principi, quello tecnico e quello morale. Il primo stava evidentemente nell’impossibilità di sostituire in maniera adeguata Lucumí in appena 48 ore di mercato (e solo con una guida tecnica solida e autorevole è possibile permettersi il lusso di queste valutazioni, evitando così la logica del ‘fuori uno dentro un altro’); il secondo principio, ancora più importante, richiama simbolicamente il modo in cui il Bologna vorrà farsi percepire da tifosi e addetti ai lavori da qui al prossimo futuro.
Non cedere Lucumí nonostante le enormi pressioni ricevute è il segno di un passaggio di status, è la dimostrazione plastica di una società capace di non piegarsi più agli aut aut, come invece era successo nell’estate 2016, quando di fatto permise ad Amadou Diawara di non presentarsi alla convocazione pre-ritiro per ottenere la cessione al Napoli (cosa che puntualmente avvenne, anche se poi sappiamo in quale precoce epilogo sportivo sia incappato il centrocampista).
Il club avrebbe avuto tutti i motivi per vendere Lucumí: economico, tecnico e popolare. Ma anche tenendo in mano tutte le carte giuste, ha preferito resistere in nome di una visione più lungimirante. Da adesso in avanti si lascia il Bologna solo quando è il Bologna a deciderlo.