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Vincenzo Visco·23 luglio 2024
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Vincenzo Visco·23 luglio 2024
Dopo aver fatto tremare i top campionati europei, quest’estate stiamo assistendo a un clamoroso cambio di rotta, ma c’è un motivo ben valido e articolato.
Stiamo parlando della Saudi Pro League (SPL), che ha adottato un approccio molto più cauto ai trasferimenti rispetto allo scorso anno, quando furono ingaggiati ben 97 giocatori. Sebbene calciatori di fama (vedi Lukaku e De Bruyne) hanno mostrato interesse a giocare in Arabia Saudita, la finestra di mercato si è aperta senza clamore: l’unico grosso colpo registrato finora è quello di Moussa Diaby, preso dall’Al Ittihad per 60 mln versati all’Aston Villa.
Nel 2023-24, i quattro club controllati dal Public Investment Fund (PIF) spesero oltre 700 milioni di sterline, ma quest’anno i club stanno puntando su una strategia più ponderata e sostenibile, ben spiegata da The Atheltic, con i dirigenti che stanno monitorando attentamente il budget, puntando su trasferimenti strategici per migliorare la qualità complessiva del proprio organico.
In una riunione tenuta poche settimane fa, la Lega araba ha stabilito tre priorità ai propri club: colmare le lacune tecniche, migliorare la trasparenza e l’efficienza e mantenere i giocatori esistenti.
Nonostante alcuni tesserati abbiano abbandonato il campionato, la SPL sta lavorando per supportare i contratti esistenti e migliorare le strutture per attirare e trattenere i giocatori, evitando casi alla Jordan Henderson. Anche se alcune trattative non sono andate a buon fine, come quella per Wojciech Szczesny, tuttavia la lega araba sta continuando a seguire un approccio centralizzato per le negoziazioni.
Non solo questo: in Arabia si sta cercando di abbassare l’età media dei giocatori da 29 a 27 anni e sta aumentando il numero di giocatori stranieri permessi nelle squadre. L’obiettivo a lungo termine è costruire una lega sostenibile e di alta qualità, in linea con il piano Vision 2030 dell’Arabia Saudita, con sempre più persone presenti sugli spalti, puntando ad attirare più spettatori e superare la media attuale di presenze di poco superiore a 8.000.
Insomma, la Saudi Pro League sta vivendo una fase “dormiente”, in cui sta studiando come diventare grande. Non stupiamoci, dunque, di un ritorno alla ribalta sul mercato, con i campionati europei che torneranno nuovamente a tremare.