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·4 novembre 2025
🎙️ L’ex De Biasi: “Il Modena attuale assomiglia al mio. Rivetti? L’ho conosciuto, è molto in gamba e competente”

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·4 novembre 2025

L’ex allenatore del Modena, Gianni De Biasi, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per parlare dei gialloblù. Di seguito le sue parole:
Ha visto questo Modena?
“Più volte in tv, mai dal vivo. Presto ci vado, promesso”.
Che sensazione ha?
“E’ una buona squadra. Deve mantenere questa continuità e ha tanti attaccanti forti: la loro rotazione sarà fondamentale. Chichizola è una garanzia, non ha vinto campionati a caso: ha 35 anni, ma io avevo Ballotta…”.
Sottil fa il 3-5-2, lei invece faceva il 3-4-1-2. Poca differenza…
“Due squadre di categoria, abbastanza giovani, che si assomigliano. Giocavamo così perché tutti facevano il 4-4-2: in quel modo creavamo superiorità numerica facendo salire uno dei difensori centrali, che oggi si chiamano braccetti”.
Lei aveva il trequartista.
“Rubens Pasino era bravo a farsi trovare libero sulla trequarti, a fare assist e aprire sugli esterni che spingevano molto. Oggi forse il Modena ha meno fantasia, ma è molto organizzato, solido, e sfrutta le individualità”.
Altre differenze?
“Gli avversari. Contro di noi c’era il Como di Preziosi che arrivò primo, poi Napoli, Cagliari, Genoa e Samp, squadre che facevano calcio importante”.
Quando avete capito di poter salire in A?
“Il 4-1 al Napoli alla terza giornata, di sera, terza vittoria di fila: grande calcio e bei gol. La squadra aveva personalità”.
La vostra prima sconfitta è arrivata all’11a, il Modena attuale alla 10a nel derby a Reggio.
“Contro l’Empoli, gol di Di Natale: una partita stregata, piovigginava. Il ko con la Reggiana invece mi ha fatto arrabbiare…”.
Perché?
“Perché a Modena c’è un pessimismo latente. Era così anche con noi, malgrado avessimo vinto la C. Dopo il derby ho sentito tifosi amareggiati: capisco che con la Reggiana ci tenevano, ma la negatività non aiuta”.
“Il pareggio stava bene a tutti. Quel giorno diventò pubblico il soprannome Longobarda: era diventato un rito guardare in pullman il film di Lino Banfi”.
Oggi come può essere soprannominato il Modena?
“Non lo so, se lo devono trovare. Però carrarmato giallo ci sta”.
Quando c’era lei il Modena passò da Montagnani ad Amadei, oggi c’è Rivetti.
“Tutte proprietà importanti. Ho conosciuto Rivetti, è molto in gamba e competente, si è affidato a collaboratori di valore, questo è stato il suo grande merito”.
Allora come oggi il Modena si allena nel campetto dietro la gradinata. Ma almeno ora sta nascendo un centro sportivo…
“Eh sì, è fondamentale nel calcio moderno. Non si può più lavorare in quella situazione. Tra l’altro oggi quel campo viene curato: con noi, bagnato o secco, andava sempre bene”.
Nei giorni scorsi è stato a Palermo per i 125 anni del club.
“Sarò molto felice se in A andranno Modena e Palermo, anche per il amico Carlo Osti.”


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