Lichtsteiner svela: «Impossibile scegliere tra Conte e Allegri, sono due maestri. Entrambi hanno l’ossessione per la vittoria ma c’è un aspetto che li diversifica» | OneFootball

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·28 settembre 2025

Lichtsteiner svela: «Impossibile scegliere tra Conte e Allegri, sono due maestri. Entrambi hanno l’ossessione per la vittoria ma c’è un aspetto che li diversifica»

Immagine dell'articolo:Lichtsteiner svela: «Impossibile scegliere tra Conte e Allegri, sono due maestri. Entrambi hanno l’ossessione per la vittoria ma c’è un aspetto che li diversifica»

Lichtsteiner tra aneddoti e retroscena sui due tecnici: Antonio un martello, Max un gestore. Ma entrambi hanno un solo obiettivo

Due facce della stessa medaglia, due metodi diversi per raggiungere un unico obiettivo: la vittoria. A raccontare Antonio Conte (oggi al Napoli) e Massimiliano Allegri (attualmente alla guida del Milan) è una voce autorevolissima, quella di Stephan Lichtsteiner. L’ex terzino svizzero, che con entrambi ha vinto e sudato sulla fascia destra della Juventus, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, svelando aneddoti e retroscena che descrivono alla perfezione i due allenatori.

Lichtsteiner Juve: due vincenti, due metodi diversi

Per l’ex giocatore, la differenza tra i due è più nel modo di manifestare che nella sostanza, perché alla base di tutto c’è la stessa fame di successo.


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L’OSSESSIONE PER LA VITTORIA – «Voglio bene a entrambi e non posso proprio scegliere. Due grandi maestri. E due allenatori vincenti. Hanno scritto la storia del calcio e ci faranno divertire ancora. Hanno l’ossessione per la vittoria. Antonio la manifesta, Max la nasconde di più, ma hanno bene in testa cosa devono fare per vincere. E trovano sempre la chiave. E poi sono tatticamente preparatissimi: studiano il calcio. Conte è più costruttore, Allegri più gestore. Ma ho letto e sentito tanti luoghi comuni su di loro. Non sono mica solo quello, hanno tantissime qualità».

La differenza principale, secondo Lichtsteiner, sta nell’approccio tattico e nella gestione della partita.

PREPARAZIONE E LETTURA – «Il primo anno alla Juve non avevamo le coppe e quindi gli allenamenti erano devastanti. Ma anche con Allegri si lavorava duramente. Conte lavora molto sui dettagli, ti dice cosa vuole e tu devi farlo, non si discute. Allegri concede più libertà in fase offensiva e con lui puoi parlare un po’ di più se una cosa non ti convince. Con Antonio eravamo molto preparati su ciò che sarebbe successo. Forse il punto di forza di Conte è la preparazione della gara e quello di Max il modo in cui la legge dalla panchina. Ma sono bravi in tutto».

A descrivere meglio di ogni parola i due tecnici, ci sono due aneddoti. Il primo, su Conte, è emblematico della sua ossessione per la perfezione.

L’ANEDDOTO SU CONTE – «Il terzo anno giocavamo a Verona, avevamo l’obiettivo dei 100 punti. Conte ci aveva già promesso due giorni di vacanza dopo la partita. Dopo venti minuti vincevamo 2-0. Nella ripresa ci addormentammo e al 94’ il Verona pareggiò. Antonio non ci lasciò liberi e ci convocò per la mattina dopo alle 8,30 a Vinovo».

Il secondo, su Allegri, racconta la sua straordinaria abilità nella gestione psicologica dei momenti di crisi.

LA LEZIONE DI ALLEGRI – «A Crotone, aprile 2018. Nell’intervallo ci fece una sfuriata indimenticabile. Non era contento. Pareggiammo 1-1 e la settimana seguente perdemmo in casa con il Napoli, rischiando di compromettere lo scudetto. Ma dopo quel ko Max fu bravissimo, ci tranquillizzò dicendo che, se avessimo giocato al nostro livello, il titolo non ci sarebbe sfuggito. Altra lezione fondamentale: responsabilizzare i giocatori senza mettergli pressione. Certo, se i giocatori sono forti è meglio eh…».

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