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·24 dicembre 2025

Lucescu ricorda i tempi all’Inter: «Moratti era l’anima del club. Avevamo un attacco stellare»

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Lucescu e l’era Moratti, il tecnico rumeno ripercorre l’esperienza sulla panchina nerazzurra dell’Inter

In un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Mircea Lucescu è tornato a parlare della sua esperienza sulla panchina dell’Inter, soffermandosi in particolare sul rapporto con Massimo Moratti e sulla struttura di una squadra che, a suo giudizio, avrebbe potuto vincere molto di più.

L’allenatore ha descritto Moratti come l’anima autentica del club, simbolo di un calcio fatto di grandi famiglie e passione diretta, ormai lontano dall’attuale gestione affidata a fondi e investitori stranieri. Lucescu ha poi ricordato le difficoltà di programmazione di quell’Inter, tra contratti in scadenza e voci sul futuro tecnico.


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Non manca un passaggio nostalgico sull’attacco straordinario a disposizione, ricco di campioni e talento puro, che rendeva quella squadra spettacolare ma forse sbilanciata. Un racconto che restituisce l’immagine di un’epoca irripetibile del calcio italiano.

MORATTI E IL CALCIO DI UNA VOLTA «Moratti era un vero signore, l’anima del club. Il suo amore lo sentivi. Era l’esempio di un periodo d’oro, oggi il calcio è cambiato: fondi, cordate, stranieri. È diventato un avvenimento, non più solo divertimento».

L’INTER E I PROBLEMI DI PROGRAMMAZIONE – «Avevo dieci uomini in scadenza e sapevo che l’anno dopo sarebbe arrivato Lippi: questo mi creava problemi, anche se Moratti provò a convincermi a restare».

UN ATTACCO STRAORDINARIO «Avevamo Baggio, Djorkaeff, Recoba, Ronaldo, Zamorano. Moratti era innamorato degli attaccanti: con qualche difensore forte in più chissà quanto avremmo vinto. Con Ronaldo avevo un rapporto eccezionale, ci scambiavamo arance e birra».

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