Materazzi crede in Buffon e Gattuso: «Sono pronti per guidare la Nazionale. Non soffrono la pressione, sanno esattamente cosa vuol dire». Cosa ha detto l’ex Inter | OneFootball

Materazzi, ex difensore dell’Inter, ha parlato così dell’Italia in vista dei playoff dei Mondiali del 2026. Le sue dichiarazioni

Zurigo ha parlato, il percorso è tracciato. L’Italia conosce il suo destino nella corsa ai Mondiali 2026. L’urna dei playoff ha decretato che il primo ostacolo per la Nazionale, nella semifinale di marzo, sarà l’Irlanda del Nord, una sfida da disputare tra le mura amiche. Tuttavia, la strada si farà decisamente più ripida nell’eventuale ultimo atto: in caso di vittoria, gli Azzurri si giocheranno la qualificazione decisiva in trasferta, contro la vincente della sfida tra Galles e Bosnia Erzegovina.

Materazzi ambasciatore: “Datemi il pubblico contro”

A commentare l’esito del sorteggio, direttamente dalla Svizzera in veste di ambasciatore FIFA, c’era Marco Materazzi. L’ex colonna dell’Inter e Campione del Mondo 2006 ha offerto una prospettiva controcorrente. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, l’ex difensore ha rivelato che, fosse stato ancora in campo, avrebbe preferito proprio lo scenario più ostile.

«Se fossi ancora un giocatore dove preferirei giocare? Sempre in trasferta», ha ammesso Materazzi. «Mi piaceva da morire perché mi sono sempre sentito più forte ad avere tutti contro». Una mentalità d’acciaio che servirà all’Italia se dovesse arrivare a giocarsi il tutto per tutto nell’inferno di Cardiff o Sarajevo.

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Fiducia totale in Gattuso e Buffon

Materazzi ha poi voluto blindare la guida tecnica e dirigenziale della Nazionale, allontanando i timori sulla tenuta mentale del gruppo in vista di appuntamenti così delicati. La sua fiducia in Gennaro Gattuso e Gianluigi Buffon è totale.

«Abbiamo persone pronte alla guida della Nazionale», ha sottolineato Materazzi, ricordando l’esperienza dei due campioni del 2006. «Se soffrono la pressione? Non penso, credo sappiano esattamente cosa vuol dire giocare sotto pressione». L’Italia si prepara a marzo con la consapevolezza che la strada è in salita, ma con la certezza di avere al comando uomini abituati a vincere quando il pallone scotta.