Inter News 24
·21 novembre 2025
Meazza su San Siro: «Fa male demolirlo. Il nome? Sarebbe bello mantenerlo, ma…»

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·21 novembre 2025

Giuseppe Meazza è stato il fuoriclasse che ha dato il nome allo stadio di San Siro. Oggi Tuttosport intervista Federico Jaselli Meazza, suo nipote, con l’idea di commentare la nuova situazione creatasi per la Scala del calcio.
LA CESSIONE A INTER E MILAN – «In teoria mi farebbe anche piacere: di per sé, era auspicabile da tempo. Se non fosse per il proposito di buttarlo giù per fare posto a un nuovo impianto: dispiace moltissimo a me e alla mia famiglia, per ciò che lo stadio ha rappresentato per oltre un secolo. C’è un legame affettivo forte, anche per molti milanesi».
LEGAME AFFETTIVO PER IL NOME – «Certo. Poi capisco le ragioni del business: era inevitabile che prima o poi si arrivasse a una soluzione del genere. Spero che in futuro Inter e Milan ne beneficino».
SAN SIRO – «Beh, lo stadio è fantastico. Credo sia il più bello del mondo. Il problema è che effettivamente va rimodernato: evidentemente, Inter e Milan hanno fatto i con ti e hanno capito che costruirne uno nuovo possa essere più con veniente. Ma lo stadio Meazza è stupendo, un gioiello».
ERA CONTRO LA DEMOLIZIONE – «Sì, ma mi pare che ormai la decisione sia presa. Ora me lo voglio godere finché possibile: non potrò esserci per questo derby, lo vedrò a Madrid con l’Inter Club di cui sono rimasto presidente onorario dopo aver lasciato la carica di presidente».
VORREBBE CHE RESTASSE LA TARGA DEDICATA AL NONNO – «Certo. Va conservata: vedremo in quale maniera, come verrà salvaguardata e dove verrà spostata. Sono cose che ci toccano a livello familiare».
IL RICORDO DEL GIORNO DELLA TARGA – «Vivido, anche 45 anni dopo. Era il 2 marzo 1980, fu un’emozione incredibile. C’erano i presidenti di Inter e Milan, Fraizzoli e Colombo, il sindaco di Milano Tognoli, l’avvocato Prisco. Poi si giocò il derby e l’Inter vinse 1-0 con gol di Oriali: fu una vittoria che ci diede lo scudetto, di fatto».
BOERI PROPONE CHE RIMANGA IL NOME MEAZZA – «Io la vedo molto difficile. Penso che porterà il nome di uno sponsor. Siamo tutti un po’ rassegnati a questo in famiglia, anche se saremmo felici di essere sorpresi».
PEPPINO HA GIOCATO IN ENTRAMBI – «Molto di più l’Inter. Però ha giocato con grande professionalità anche nel Milan, e segnò un gol nel primo derby in rossonero. Lui era interista nell’anima, questo sì. Ma era una persona molto sportiva, e per esempio ha sempre tifato per le squadre italiane all’estero».
IL NOME DI UNO SPONSOR É FREDDO – «Sicuramente. Ma il calcio è cambiato: ci sono questioni di forza maggiore, tante cose non saranno più come le conosciamo. Mi pare inevitabile, non colpevolizzo nessuno: anch’io, se lavorassi nei club e non avessi questo legame affettivo, probabilmente ragionerei allo stesso modo».
L’ULTIMA GARA AL MEAZZA – «Un derby sarebbe l’ideale. Sarebbe molto romantico, penso sia fattibile. Ovviamente spererei nella vittoria dell’Inter».
DUE SQUADRE, UNO STADIO – «Vado controcorrente: mi è sempre piaciuta. Ho nostalgia dei derby in cui lo stadio si divide va a metà, o quasi. Anche qui a Madrid viene vista come una curiosità italiana, dato che è lo stesso anche a Roma, Genova e fino a un po’ di anni fa a Torino. In Spagna non è pensabile, io credo che dimostri la relazione forte tra due squadre della stessa città. Sono cugine, come si dice».
IL DERBY DI DOMENICA – «Difficile. È la prima volta che non riesco a fare un pronostico, sono due squadre che stanno facendo bene. Penso a un 1-1. Anche se spero di no».
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