Milannews24
·10 settembre 2025
Milan Como a Perth, domani la discussione: la posizione di Gravina è chiara!

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·10 settembre 2025
Cresce l’attesa per la decisione che potrebbe rivoluzionare il calendario della Serie A. L’Esecutivo UEFA, il massimo organo di governo del calcio europeo, si riunirà domani per discutere la possibilità di autorizzare lo svolgimento di Milan-Como a Perth, in Australia. Si tratta di un’ipotesi che ha diviso il mondo del calcio, creando due correnti di pensiero opposte. A riportarlo è Luca Bianchin de La Gazzetta dello Sport.
La decisione non sarà semplice, e il rischio che arrivi un “no” è concreto. Da un lato, c’è la fazione favorevole a questo esperimento. I sostenitori del “sì” vedono in questa iniziativa un’opportunità unica per la Serie A di espandere la sua visibilità a livello globale, conquistando nuovi mercati e generando ingenti ricavi economici. Non a caso, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, si farà portavoce di questa posizione, sostenendo il progetto in qualità di membro dell’Esecutivo. Il numero uno della Federcalcio italiana, che ha sempre spinto per l’internazionalizzazione del nostro campionato, cercherà di convincere i colleghi della bontà di questa iniziativa.
Dall’altro lato, c’è una forte corrente contraria che teme che un’approvazione creerebbe un precedente pericoloso. La preoccupazione principale è che giocare una partita di campionato al di fuori dei confini europei possa snaturare lo spirito del calcio, penalizzando i tifosi che non possono permettersi viaggi intercontinentali. In più, la UEFA ha sempre sostenuto l’idea che le competizioni europee debbano svolgersi in Europa, a tutela dell’identità e della tradizione del gioco.
L’esito del voto rimane quindi incerto, una vera e propria “partita aperta” il cui risultato non è scontato. Il Diavolo e il Como, neopromosso in Serie A dopo una lunga assenza, attendono con il fiato sospeso. Se il via libera dovesse arrivare, sarebbe una svolta storica per il calcio italiano, inaugurando una nuova era di partite delocalizzate. Viceversa, un “no” rappresenterebbe un freno a mano tirato su un progetto ambizioso, ma anche la conferma di un approccio più conservatore da parte delle istituzioni calcistiche.