Milannews24
·6 dicembre 2025
Modric, il paradosso dell’età: a 40 anni è lui l’anima della squadra. Allegri non può farne a meno. I numeri non mentono

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·6 dicembre 2025

C’è il rischio concreto di scivolare nella retorica quando si cerca di descrivere l’impatto di Luka Modric sul calcio italiano, ma a volte l’evidenza è talmente schiacciante da rendere superflua ogni ricerca di originalità. A 40 anni suonati, il fuoriclasse croato sta impartendo l’ennesima lezione di longevità e classe sui campi di tutta Italia, dimostrando che il talento cristallino non ha data di scadenza. Va dato atto alla dirigenza del Milan di aver avuto il coraggio e l’intuizione di cogliere questa opportunità, regalandosi e regalando ai tifosi un campione senza tempo che, paradossalmente, fa parlare di sé soprattutto quando non c’è.
La prova del nove, se mai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata nella recente sfida di Coppa Italia. La partita di giovedì contro la Lazio è stata un esempio lampante di quanto il peso specifico dell’ex Real Madrid sia determinante nell’economia del gioco rossonero. Senza il suo metronomo, la squadra è apparsa a tratti smarrita: sono mancate le sue letture difensive preventive, fondamentali per dare equilibrio, così come è venuta meno quella qualità nel fraseggio che permette al Milan di uscire pulito da ogni situazione di pressione. La sua assenza ha creato un vuoto che gli altri interpreti, pur volenterosi, hanno faticato a colmare.
In sintesi, Modric si è confermato assolutamente indispensabile. È un leader capace di abbinare una qualità tecnica eccelsa a una quantità di lavoro oscuro che spesso viene sottovalutata. Non è un caso, dunque, che La Gazzetta dello Sport abbia deciso di omaggiarlo questa mattina con un titolo che non ammette repliche: «Luka è il numero uno». Una investitura che certifica lo status di un giocatore che non è venuto a Milano per svernare, ma per continuare a insegnare calcio, restando il punto fermo attorno al quale ruota l’intero pianeta rossonero.
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