Calcio e Finanza
·17 ottobre 2025
Mondiali 2026, da DAZN a Rai e Mediaset: al via la corsa ai diritti tv in Italia

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·17 ottobre 2025
Nei giorni scorsi la FIFA ha dato il via alla gara per l’acquisizione dei diritti di trasmissione dei Mondiali del 2026 in Italia. Come anticipato da Calcio e Finanza, il bando è stato pubblicato con anticipo rispetto all’eventuale qualificazione della Nazionale di Gattuso alla Coppa del Mondo e le emittenti interessate potranno presentare proposte fino al 25 novembre.
Una situazione che mette le emittenti di fronte a una vera e propria scommessa, dato che il prodotto con o senza la presenza dell’Italia ha un impatto inevitabilmente differente sugli ascolti televisivi. Le ultime edizioni hanno fatto registrare rispettivamente 4,4 milioni (nel 2018, ultima edizione estiva) e poco meno di 4 milioni di spettatori medi a partita (nel 2022, prima edizione invernale). Dati di tutto rispetto, ma lontani da quelli fatti registrare per esempio dalla Nazionale durante l’ultima edizione degli Europei: 13 milioni di spettatori medi a partita.
Ma cosa ci possiamo aspettare dalle emittenti? Chi proverà a mettere le mani sulla Coppa del Mondo? La Rai è sicuramente in prima fila. La tv di Stato ha trasmesso in esclusiva l’edizione del 2022 in Qatar – la prima della storia disputata tra novembre e dicembre – e punta ad avere i diritti anche per il 2026.
Il direttore di Rai Sport Paolo Petrecca ha detto nei giorni scorsi che «tutti potranno fare un’offerta e la concorrenza sarà agguerrita. La Rai presenterà una proposta importante, sia se l’Italia si qualificherà sia nell’eventualità opposta. È giusto che il servizio pubblico trasmetta una manifestazione come i Mondiali». Insomma, che ci siano o meno gli Azzurri, la tv di Stato proverà a mettere le mani sulla competizione.
Tra chi guarda al torneo con interesse c’è anche DAZN. E’ probabile che la piattaforma di sport in streaming, dopo l’esperienza con la prima edizione del Mondiale per Club a 32 squadre e considerando una partnership con la FIFA sempre più stretta, possa essere interessata a valutare l’acquisizione dei diritti di trasmissione della Coppa del Mondo.
Da capire nel caso la formula, soprattutto con riferimento alle eventuali partite della Nazionale italiana. Se la squadra di Gattuso dovesse qualificarsi, le sue sfide dovrebbero essere obbligatoriamente trasmesse in chiaro (in maniera accessibile per almeno l’80% della popolazione italiana, come previsto da normativa AgCom). In questo senso, la Rai sarebbe la destinazione più naturale per le partite degli Azzurri, sarà interessante capire se possa ripetersi quanto già visto con il Mondiale per Club: una partnership DAZN-Mediaset per la trasmissione in chiaro, vista la collaborazione tra le due realtà che negli ultimi mesi si è fatta sempre più stretta.
Più complicato invece che Mediaset si muova in autonomia per acquistare il prodotto in esclusiva. La tv di Cologno Monzese lo fece con l’edizione del 2018 in Russia, ma in quell’occasione fu agevolata dal prezzo ridotto legato al fatto che fosse già nota l’assenza dell’Italia dalla manifestazione. Gli azzurri furono infatti eliminati nel novembre del 2017, a seguito del playoff con la Svezia.
Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato del Biscione, ha detto in più occasioni di essere sì interessato al calcio, seppur al giusto prezzo, e che i diritti hanno raggiunto valori decisamente elevati. Tuttavia, alla presentazione dei palinsesti Mediaset in estate, Berlusconi ha aggiunto che «tutto quello che può arrivare in una logica editoriale, ma anche commerciale, è il benvenuto. Anche e soprattutto i diritti di grandi competizioni come Europei e Mondiali. Questi ultimi noi li valuteremo da grandi editori e se ci sarà l’opportunità».
Tra le grandi emittenti, infine, non dovrebbe invece essere della partita Sky. La pay-tv di Comcast ha acquistato i diritti tv del Mondiale di calcio nel 2006 l’ultima volta (quasi vent’anni fa) e difficilmente parteciperà all’asta per l’edizione di USA, Canada e Messico. Le prime risposte arriveranno comunque tra poco più di un mese, dato che il limite per le offerte è fissato al 25 novembre. Attenzione però: anche dopo questa data non è detto che un’emittente che non abbia partecipato alla gara sia tagliata fuori definitivamente, dal momento in cui resta viva l’opzione di rivendita dei diritti.
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