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·22 dicembre 2025
Napoli e Bologna, modelli di gestione virtuosa: il CorrSport sul calcio che funziona in Italia

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Napoli e Bologna non sono soltanto le protagoniste della finale di Supercoppa Italiana. Secondo Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, rappresentano soprattutto il miglior esempio di come oggi si dovrebbe amministrare un club di calcio in Italia.
Due società diverse per storia, dimensioni e stile comunicativo, ma accomunate da una visione chiara, da una struttura solida e da una continuità gestionale che negli ultimi anni ha prodotto risultati concreti.
Una finale che certifica un percorso, non solo un trofeo
Per Zazzaroni, Napoli-Bologna è una finale “giusta” non solo perché mette di fronte la vincitrice dello scudetto e quella della Coppa Italia, ma perché sancisce il percorso di crescita più convincente dell’ultimo quadriennio.
“Napoli-Bologna non è la finale giusta solo perché mette di fronte i vincitori di scudetto e coppa Italia. Lo è soprattutto perché certifica il successo dei due club che negli ultimi quattro anni hanno compiuto i maggiori progressi sul piano della solidità, della stabilità e dei risultati”.
In un contesto calcistico spesso dominato dall’improvvisazione e dai cambi di rotta continui, Napoli e Bologna hanno costruito basi robuste, sia dal punto di vista finanziario sia da quello organizzativo.
Proprietà presenti e identità ben definite
Uno degli elementi centrali sottolineati da Zazzaroni è la presenza costante delle proprietà. Aurelio De Laurentiis e Joey Saputo incarnano due modelli caratteriali opposti, ma ugualmente efficaci.
“Qui siamo: proprietà fisica, riconoscibile e presente, pur nel rispetto delle naturali differenze caratteriali”.
Da un lato l’energia comunicativa, talvolta eccessiva, di De Laurentiis; dall’altro la riservatezza di Saputo. Due stili diversi, ma entrambi capaci di garantire guida, visione e stabilità nel tempo.
Dirigenza competente e ruoli ben definiti
Alla base del successo dei due club c’è una struttura dirigenziale altamente specializzata. Amministratori esperti di numeri e politica sportiva, come Chiavelli a Napoli e Fenucci a Bologna, operano con discrezione, sempre un passo indietro rispetto alla proprietà, ma con un peso decisivo nelle scelte strategiche.
Fondamentale anche il lavoro dei direttori sportivi. Napoli ha proseguito nel solco tracciato da Giuntoli con l’innesto di Giovanni Manna, mentre il Bologna si affida all’esperienza e all’intuizione di Giovanni Sartori, figura unanimemente riconosciuta come una delle più competenti del panorama italiano.
Scouting, allenatori e valorizzazione del “prodotto calcio”
Zazzaroni evidenzia inoltre l’importanza di uno scouting efficiente e di allenatori di alto profilo. Napoli e Bologna hanno saputo scegliere tecnici capaci di dare subito identità e risultati: Antonio Conte, sinonimo di vittorie immediate, e Vincenzo Italiano, sempre più sorprendente nel suo percorso dopo l’eredità raccolta da Thiago Motta, a sua volta successore di Mihajlovic.
Il tutto inserito in una strategia chiara di valorizzazione del “prodotto calcio”, inteso come spettacolo, sostenibilità e credibilità del progetto sportivo.
La formula vincente: competenza e continuità
Il punto chiave dell’analisi di Zazzaroni è la continuità.
“Competenza, attenzione al prodotto e continuità: una formula semplice, quasi scontata, ma efficace. Una strategia, per funzionare, non può essere continuamente reimpostata”.
Napoli e Bologna dimostrano che la crescita non passa da rivoluzioni costanti, ma da una linea coerente portata avanti nel tempo. Un messaggio forte per tutto il calcio italiano, che in queste due realtà può trovare un modello credibile e replicabile.
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