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·29 dicembre 2025

Napoli in “HD”, la formula scudetto: Hojlund e Neres hanno cambiato il destino di Conte

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Sul calendario di Castel Volturno c’è una data cerchiata in rosso che, con ogni probabilità, segnerà lo spartiacque della stagione azzurra: il 22 novembre 2025. Quella sera, nella sfida contro l’Atalanta, il Napoli di Antonio Conte non ha semplicemente cambiato modulo, ma ha tenuto a battesimo una nuova identità offensiva. È nata la “HD”, la connessione ad alta definizione tra Rasmus Højlund e David Neres. Lontano dalle rigide gerarchie dell’attacco posizionale, ciò che si è instaurato tra il centravanti danese e l’esterno brasiliano trascende la semplice intesa tecnica: si tratta di una staffetta letale fatta di altruismo e potenza, un fattore determinante che ha già portato in dote la Supercoppa Italiana e un finale di 2025 da incorniciare.

La connessione Højlund-Neres regge tutto il Napoli: finché funziona, è dominio

Il primo dato che emerge dall’analisi dell’ultimo mese è la sorprendente evoluzione tattica di Højlund. Nelle gare cruciali per la svolta stagionale – contro Atalanta, Roma e nella semifinale di Supercoppa contro il Milan – l’ex atalantino ha svestito i panni del finalizzatore puro per indossare quelli del rifinitore aggiunto. I numeri certificano il cambiamento: tre assist totali, tutti recapitati sui piedi di Neres. Il canovaccio tattico appare ormai consolidato: Højlund protegge palla lavorando di fisico e aprendo spazi, Neres si inserisce e colpisce. Una sentenza che ha visto il brasiliano andare a segno tre volte su tre invenzioni del compagno, con firme pesanti sia all’Olimpico contro i giallorossi che in Arabia contro il Diavolo.


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L’essenza di questa partnership, tuttavia, va oltre la semplice somma algebrica: è pura reciprocità. Il “debito” contratto da Højlund nelle settimane precedenti è stato saldato nel teatro più prestigioso, durante il big match del Maradona contro la Juventus. Lì i ruoli si sono capovolti: Neres ha indossato i panni dell’ispiratore, innescando la furia del numero 19 per una doppietta che ha steso i bianconeri. La trasferta di ieri allo Zini ha offerto una sfumatura ancora diversa, sintomo di una maturità tattica ormai acquisita. Con Neres accentrato e libero di svariare su tutto il fronte offensivo, il brasiliano ha accettato un ruolo di “regia occulta”. Sebbene il tabellino sia rimasto immacolato — zero gol e zero assist — il suo apporto è stato imprescindibile: mentre l’ex Benfica legava i reparti con un prezioso lavoro oscuro, Højlund ha potuto capitalizzare la manovra, prendendosi la copertina con i due gol decisivi per la vittoria.

Tuttavia, l’analisi non può dirsi completa senza evidenziare l’unica, preoccupante crepa nel sistema. L’ingranaggio perfetto ha mostrato la sua fragilità il 14 dicembre al Bluenergy Stadium di Udine. L’unica occasione in cui la “connessione HD” è saltata contemporaneamente ha generato un effetto domino disastroso: con entrambi gli attaccanti a secco, la squadra non ha trovato soluzioni alternative, capitolando per 1-0. È questo il lato oscuro della medaglia che preoccupa lo staff in vista del futuro immediato. Gennaio sarà un mese infernale, con in calendario Lazio, Inter, Juventus e il Chelsea in Europa. Conte lo sa bene: per uscire vivi da questo tour de force, la “strana coppia” non potrà permettersi di staccare la spina insieme. Udine deve restare un incidente di percorso, non diventare un precedente.

Andrea Alati

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