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·18 dicembre 2025

Nuove accuse a Enrico Varriale: il pm chiede sei mesi di carcere

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A sei mesi dalla sentenza del tribunale di Roma che lo ha condannato a dieci mesi di carcere per le violenze denunciate dall’ex compagna, Enrico Varriale è di nuovo in attesa di una decisione giudiziaria. L’ex vicedirettore di Rai Sport è imputato in un altro procedimento, che riguarda presunte aggressioni ai danni di una seconda donna: la procura ha chiesto per lui sei mesi di reclusione per lesioni, sollecitando invece l’assoluzione dall’accusa di stalking.

Come riporta La Repubblica, gli episodi contestati risalgono al 2021. In base alla ricostruzione emersa in aula, al termine di una lite il giornalista avrebbe colpito la donna con uno schiaffo, facendola cadere a terra. «Mi ha colpita con uno schiaffo a mano aperta che mi ha fatta cadere. Quando ho cercato di fuggire e lui mi ha chiusa a chiave, ho provato panico: una sensazione di pericolo, soffocamento, tremore», ha raccontato la presunta vittima durante la deposizione.


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Secondo la denuncia, le condotte non si sarebbero esaurite in quell’occasione, ma sarebbero continuate anche nei giorni successivi. L’imputazione richiama in particolare quanto sarebbe avvenuto il 19 dicembre 2021, quando Varriale avrebbe contattato la donna utilizzando un’utenza Rai, mascherando il numero e pronunciando, con voce alterata, una minaccia: «Morirai».

Accuse che l’imputato ha sempre respinto ridimensionato, sostenendo che si sia trattato di una discussione degenerata, senza alcuna violenza fisica. Anche la telefonata partita da un numero riconducibile alla Rai, a suo dire, sarebbe frutto di un malinteso: non avrebbe detto «morirai», ma «sono Enrico e sono in Rai». Quanto ai presunti appostamenti sotto casa della donna, li ha definiti «del tutto inventati».

Nel corso della sua testimonianza, Varriale ha parlato di una relazione difficile e conflittuale. Ha ricordato in particolare la sera dell’8 dicembre, quando la donna lo avrebbe sorpreso in compagnia di un’altra persona, che avrebbe cercato subito di chiarire: «Hai capito male, sono fidanzata, siamo solo amici». Da quel momento, secondo la versione del giornalista, la donna avrebbe iniziato a urlare contro l’ospite e a rompere oggetti in casa. «Ero disperato, non sapevo come fermare quella furia», aveva già dichiarato in precedenza.

La lettura dei fatti fornita dalla procura è però opposta. Per i pubblici ministeri, nel corso della lite Varriale avrebbe spinto e strattonato la donna, colpendola con un violento schiaffo al volto e facendola cadere, con conseguente urto della testa a terra. Le lesioni, secondo l’accusa, sarebbero confermate dai certificati medici che attestano un trauma cranico non commotivo.

Alla luce di questi elementi, il pm ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione per il reato di lesioni, escludendo però la sussistenza dello stalking. I legali della parte offesa ritengono che un’eventuale sospensione della pena possa essere concessa solo a condizione che il giornalista segua un percorso psicologico, come già avvenuto in occasione della precedente condanna.

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