DirettaCalcioMercato
·11 ottobre 2025
Pjanic: “La Roma di Gasp mi ricorda la mia del 2013. Ritorno in Italia? Non si sa mai…”

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·11 ottobre 2025
In un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, Miralem Pjanic ha parlato della Roma e anche della possibilità di rivederlo in Italia.
Ma quanto la stupisce questa Roma che gioca tutte le partite come finali
“In verità non tanto perché in panchina c’è proprio un allenatore del calibro di Gasp. È un tecnico che bisogna lasciare lavorare e seguire senza esitazioni, con lui c’è molto da fare e da conquistare in prospettiva futura. Sta facendo grandi cose dal punto di vista tecnico: dimostra ogni volta la sua bravura”.
Anche nel 2013 volavate in classifica.
“Dieci vittorie su 10 gare in avvio, un risultato incredibile. In quel periodo c’era anche la Juve che andava molto forte, ma riuscimmo lo stesso a fare cose rilevanti. E tutti possono ricordare la qualità del nostro gioco anche a distanza di anni”.
Vede analogie tra questa e quella Roma?
“Ce ne sono. Anche nel 2013 era la prima stagione di Garcia: Rudi era arrivato con grande entusiasmo, voglia e determinazione. Facemmo un’ottima preparazione estiva. Vedo similitudini perché Gasperini sta facendo le cose per bene: penso che averlo strappato alla concorrenza sia stato già un ottimo colpo per la società, ora bisogna solo farsi guidare da lui e accontentarlo nelle sue richieste. Se lo merita. Il suo calcio è europeo, e mette in difficoltà tutti”.
Quella Roma sarebbe oggi candidata a vincere allo scudetto?
“Quella squadra, con Totti, De Rossi e Maicon, era per la verità superiore qualitativamente. Quella di oggi è un’espressione della stagione precedente, con un Gasperini in più che esprime un calcio all’insegna della disciplina. È un gruppo pronto fisicamente, difficile da affrontare: con Gasp devi correre per giocare, si attacca e si difende in undici”.
Cosa è mancato alla sua Roma per spiccare il volo e vincere lo scudetto?
“In generale, rispetto alla Juve in cui ho poi giocato, mancava un po’ di tranquillità, quella che c’era invece intorno ai bianconeri. Arrivando lì, trovai un club sicuro di sé che gestiva molto bene le pressioni: quello che succedeva dentro, rimaneva nello spogliatoio. Agnelli era fenomenale, Marotta e Paratici un tandem straordinario, con Maurizio Lombardo formavano un gruppo compatto, facevano un lavoro incredibile e in silenzio. A Roma invece usciva sempre qualche voce di troppo. Sabatini, Massara e Fenucci erano straordinari nel loro lavoro. E nonostante questo, malgrado la loro professionalità, venivano sempre fuori voci fatte circolare da altri”.
I Friedkin sono ambiziosi: credono in un futuro radioso per la Roma.
“Sono credibili, investono, hanno portato risultati, e la Conference vinta nel 2022 è un traguardo importante che tanti avrebbero voluto. Mi sono solo dispiaciuto per l’episodio dell’esonero di De Rossi che tuttora non ho capito bene. Manca qualche partecipazione alla Champions, questo sì, ma ora i tempi sono maturi per tornarci”.
Quindi la Roma non è lì per caso.
“Affatto. Ora però bisogna mantenere questo ritmo ed è la cosa più difficile nel lungo termine. L’esperienza dei sentori sarà fondamentale, perché non mancheranno com’è ovvio i momenti duri. Mi auguro davvero che la Roma possa brindare a fine stagione, vincere lì è speciale”.
Ma chi vede comunque in pole per lo scudetto?
“Dico il Napoli, che si è rinforzato e ha Conte in panchina. Anche Allegri e il Milan daranno filo da torcere: le sue squadre sono sempre importanti. Ovviamente ci sono pure Inter e Juve, ma anche la Roma può dire la sua lì in alto”.
Si dice che alla squadra di Gasp per diventare grande manchi un bomber da 20 gol.
“Il tecnico sa creare tanto, mi auguro che Ferguson e Dovbyk si sblocchino. I giocatori che fanno la differenza comunque ci vogliono e ci vorranno per esaltare il gioco di Gasp: è ancora presto comunque per scrivere sentenze sui due attaccanti in rosa”.
Da centrocampista a centrocampista, che impressione le fa Konè?
“Lo conoscevo già ai tempi del Borussia Mönchengladbach, mi aveva colpito e l’avevo consigliato a Mehdi Benatia, ma le cifre allora erano troppo alte per l’Olympique Marsiglia. Koné è un giocatore forte attorno al quale costruire un progetto”.
Lei che ha giocato con Dybala, quanto può essere ancora utile alla Roma?
“Molto, ce ne sono pochi come lui. Ha anche tanta esperienza ed è uno di quelli che può far superare i momenti difficili alla squadra”.
Utile sarebbe pure lei a questa Serie A: si parla di un suo ritorno in Italia a gennaio…
“L’Italia è la mia seconda casa. Non c’è ancora un progetto concreto, ma non si sa mai. Di sicuro non è finita per me, voglio giocare ancora 1 o 2 anni”.
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