Juventusnews24
·3 settembre 2025
Rinnovo Yildiz, Vaciago netto sul 10 della Juve: «Il calcio ha bisogno di simboli, non solo di plusvalenze. Servono nuove stelle polare per i tifosi…»

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·3 settembre 2025
Un editoriale che è un’elegia per un calcio che non c’è più, un grido d’allarme contro la deriva di un sistema che ha barattato le bandiere per le plusvalenze. In un pezzo su Tuttosport, il direttore Guido Vaciago parte dal rinnovo imminente di Kenan Yildiz per lanciare una profonda riflessione sulla perdita dei simboli e sull’urgente necessità, per la Juventus e per tutto il calcio, di ritrovare dei “tedofori credibili” per tenere viva la fiamma della passione.
Il punto di partenza è il paragone, definito «ingombrante» e «stucchevole», tra Yildiz e Del Piero. Un accostamento che, secondo Vaciago, non aiuta la crescita del giovane talento, ma che al tempo stesso svela il bisogno disperato del popolo bianconero di aggrapparsi a una nuova stella polare, in un cielo sbiadito dall’addio ai campioni dei nove scudetti. Il rinnovo fino al 2030 del giovane bianconero è una speranza, la possibilità di costruire «un’altra bandiera, un simbolo, un idolo transgenerazionale».
Ma è proprio qui che l’analisi si fa più amara. Il calcio moderno, scrive Vaciago, ha cancellato il concetto di bandiera. «Il trading selvaggio messo in piedi da dirigenti e procuratori negli ultimi 20 anni ha cancellato il concetto di bandiera e i tifosi lo hanno accettato forse un po’ troppo passivamente».
Ci siamo ritrovati a parlare di «plusvalenze, monteingaggi, perfino di indice di liquidità», dimenticando che ci siamo innamorati di questo sport «perché c’erano giocatori sempre con la stessa maglia che accendevano la nostra fantasia».
La conclusione è una domanda potente e provocatoria, un invito a riflettere sul vero valore di una bandiera. «Davvero si può ritenere conveniente scambiare l’immenso amore che ricevono i Del Piero, i Maldini, i Totti, gli Zanetti per un pugno di euro?». Forse, suggerisce il direttore, è proprio nel passato, nel coraggio di investire sulla fedeltà e sul senso di appartenenza, che il calcio deve cercare il suo futuro, «se davvero ne vuole costruire uno e non solamente venderselo».