DirettaCalcioMercato
·17 gennaio 2025
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Il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport in cui racconta a 360° la sua esperienza nella capitale.
“Era il nostro giorno libero, il sedici gennaio di un anno fa, e mandarono via Mourinho. Fu uno shock, anche perché nessuno se lo immaginava. Per noi non fu un bel momento. La squadra prima si era opposta all’esonero? A fine novembre. Leggemmo che lo volevano cacciare, andammo da Tiago Pinto per chiedere se era vero e gli spiegammo che non c’era bisogno di mandarlo via. Volevamo continuare con lui. E Pinto? Invenzioni dei giornali, la sua risposta”.
Ci racconti i 4 anni da capitano – “Arrivò dopo la sconfitta con lo Spezia, 4-2 in coppa Italia, la partita dei sei cambi, l’irregolarità. Avremmo perso comunque. Finimmo in nove contro undici. Ci fu una discussione e Dzeko, che era il capitano, pagò con la fascia. Edin sa bene come andò, io stesso provai a spiegare alla società che la decisione era sbagliata. E una fascia che pesa? Pesa, ma non mi ha cambiato di una virgola, né responsabilizzato maggiormente. Perché la Roma l’ho sempre presa molto seriamente. Ormai sono all’ottavo anno, ma mi alleno a Trigoria, che è casa, da quando di anni ne avevo nove. Ai compagni ho sempre cercato di far capire cosa significasse giocare nella Roma, che non è una squadra qualsiasi”.
Come hai vissuto i fischi? – “Fischi verso di me? I risultati hanno peggiorato il clima in generale. E poi una montagna di stupidaggini, bugie messe in giro per fornire alla gente uno o più colpevoli. Ma colpevoli di cosa? Solo dei risultati”.
Raccontaci degli esoneri di Mou e De Rossi – “Mio coinvolgimento? Con José ho vissuto gli anni più belli della mia carriera. Subito dopo l’esonero altre voci ridicole, ci sentimmo al telefono perché desideravo chiarire la mia posizione e lui ha capito… Mou è trascinante, ti folgora. Noi ci dicevamo che se prima di ogni partita ci avesse chiesto di sbattere la testa contro un albero l’avremmo fatto tutti…Anche quella del tradimento a Daniele è pura fantascienza, invenzioni di chi non ha idea del rapporto che avevo e conservo con lui. Spesso la verità non interessa, è d’intralcio. Non convocato prima del suo esonero? È così, i compagni presenti vennero subito a riferirci quello che era stato detto. Naturalmente chiesi subito ai dirigenti il motivo della mancata chiamata, risposero che tanto sapevano benissimo come la pensavo, che ero totalmente dalla parte di Daniele. Ascoltarono i miei compagni e non me? Due volte assurda. Perché io non sono mai scappato, mi sono sempre preso le mie responsabilità”.
Ancora sui fischi – “Perché non ho spiegato la verità? L’ho fatto prima dell’Elfsborg. In ritardo? Hai ragione: ho sbagliato, avrei dovuto raccontare prima ai tifosi quello che era effettivamente successo”.
Questo è il tuo ultimo anno a Roma? – “È un pensiero che evito. Lascio che sia il campo a decidere. lo sono molto fatalista e cerco sempre di essere positivo. Ti assicuro che finché avrò la possibilità di indossare la maglia della mia Roma lo farò dando tutto me stesso, anzi di più, come ho sempre fatto. Per me è importante riuscire a guardarsi allo specchio ed essere felice dell’uomo prim’ancora che del calciatore. Non ho bisogno di dichiarare l’amore per la Roma, è così evidente”.
Che condizione fisica hai? – “Mi sto allenando bene. Quando entro in campo vorrei spaccare il mondo per la Roma, a volte mi rendo conto di non riuscire a dare tutto quello che vorrei. Quello della stagione della Conference? Quattordici gol alla fine. Ma anche l’anno dopo fu buono, furto finale a parte. A settembre e novembre ho avuto due infortuni. Devo migliorare i numeri”.
Qual è il rapporto con Ranieri? – “Mi fido ciecamente, con Ranieri la strada è pulita, ha spazzato via tutte le ombre”.
Sulla Nazionale – “Con Spalletti non ho mai avuto problemi, anzi. La Nazionale è a settembre, ottobre, novembre. Dici che sembro più leggero? Non ho una spiegazione per tutto”.
Raccontaci il Pellegrini capitano – “Non sono un tipo particolarmente estroverso, non prendo i compagni a urlacci in campo, ma so cosa si deve fare per dare una mano alla squadra”.
Sei geloso di Dybala? – “Mai. Paulo è un giocatore che stimo tantissimo, ed è il primo a saperlo. Come lui ce n’è uno su dieci milioni. Se sta bene, le partite le può decidere da solo”.
Sulle voci sullo spogliatoio – “Io sono sempre stato molto disponibile con tutti. Ripeto, sempre. Quella di rincorrere le voci è una specialità che non pratico, le voci semmai le subisco”.
Su Cristante – “Anche i fischi a Bryan li ho trovati fuori luogo, ingiusti. lo non lascio un compagno in mare aperto, con la tempesta”.
Il gol nel derby – “Quel gol è stato come un’esplosione”.
Sui Friedkin – “Ho ricevuto un messaggio di Ryan dopo il derby, al derby tengono tanto”.