Inter News 24
·29 settembre 2025
Rummenigge lancia l’allarme: «Non si può competere coi club di Premier! Ecco che modiche farei alle regole sul mercato»

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·29 settembre 2025
Karl-Heinz Rummenigge, ex amministratore delegato e attuale membro del consiglio di sorveglianza del Bayern Monaco, ha espresso preoccupazione riguardo agli squilibri generati dal potere finanziario della Premier League. Durante la sua intervista a ‘Blickpunkt Sport’ su BR24, Rummenigge ha criticato i salari e i costi dei trasferimenti in continuo aumento, definendo il mercato attuale poco sostenibile. Secondo l’ex calciatore dell’Inter, la Premier League è ormai dominata da club di proprietà di miliardari o Stati come quelli dell’Arabia Saudita e del Qatar, creando una competizione insostenibile, anche in Champions League.
Rummenigge ha suggerito di ridurre il limite delle entrate destinate a stipendi e trasferimenti, per evitare che il calcio diventi l’unica industria che perde denaro sistematicamente. Ha anche avvertito che l’attuale dinamica potrebbe ritorcersi contro i calciatori e gli agenti, che potrebbero trovarsi intrappolati in un sistema insostenibile.
SUL MERCATO DEI TRASFERIMENTI E SUGLI SQUILIBRI GENERATI DALL’ENORME POTERE FINANZIARIO DELLA PREMIER LEAGUE – «Non possiamo andare avanti con stipendi e costi trasferimenti che crescono senza sosta. In questo modo non si lavora in maniera seria. In Inghilterra ormai i club sono di proprietà di miliardari o addirittura di Stati, come Arabia Saudita e Qatar. E poi ti ritrovi a dover competere con queste realtà anche in Champions League».
VANNO RIVISTE LE NORME? – «Bisogna abbassare il limite dal 70% al 60, meglio ancora al 55% delle entrate da destinare a stipendi e trasferimenti. Il calcio non può essere l’unica industria al mondo in cui si perdono sistematicamente soldi. Serve una soluzione condivisa, non possiamo continuare con la logica del ‘sempre di più’. I club, i giocatori e gli agenti devono sedersi insieme per discutere seriamente del futuro».
UN BOOMERANG ANCHE PER CALCIATORI E PROCURATORI – «Devono stare attenti a non costruirsi da soli una trappola. Se i soldi non ci sono, si cercano nuove competizioni o si allargano i calendari, ma questo non è sostenibile».