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·9 agosto 2025

Serena elogia Bonny: «Giocatore interessante, ecco perché l’Inter lo ha preso»

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L’ex attaccante dell’Inter, Aldo Serena, ha speso parole al miele per il nuovo centravanti nerazzurro Ange-Yoan Bonny

Il Guerin Sportivo ha raccolto l’opinione di Aldo Serena sulla vivace girandola di attaccanti che sta caratterizzando questa sessione di mercato in Serie A, soffermandosi anche sulla scelta dell’Inter di puntare su Ange-Yoan Bonny, giovane attaccante francese arrivato dal Parma. Secondo l’ex bomber, il legame con Cristian Chivu, che lo ha già allenato in passato, rappresenta un fattore importante per il suo ambientamento. Bonny, dotato di potenza fisica e buona velocità, viene considerato una valida alternativa a Marcus Thuram, più che un vice di Lautaro Martinez. Serena ha poi affrontato il tema delle ricche offerte provenienti dall’Arabia Saudita, spiegando come queste operazioni spesso esulino dal mero aspetto sportivo e possano togliere ai calciatori l’adrenalina e la pressione tipiche del calcio europeo. Per l’ex attaccante, l’ambizione di giocare in palcoscenici prestigiosi dovrebbe rimanere una priorità, anche a fronte di guadagni più alti all’estero.

SU BONNY – «L’Inter lo ha preso perché Cristian Chivu lo ha allenato a Parma e lo conosce bene. E per Bonny avere la fiducia dell’allenatore è già un buon inizio. È un giocatore ancora da scoprire, ha potenza, corsa, in prospettiva è interessante. È un’alternativa a Marcus Thuram, non a Lautaro Martinez».


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NELL’ANNO IN CUI HA VINTO LA CLASSIFICA DEI CANNONIERI, AVREI ACCETTATO UN’OFFERTA STRARICCA DA UN PAESE COME L’ARABIA? – «Con gli arabi sono saltati i parametri, ora esistono delle situazioni che esulano dallo sport, sono investimenti industriali o promozionali. Mi è capitato, durante la carriera, di ricevere un’offerta economicamente vantaggiosa da un club di secondo piano, ma non mi interessavano i soldi, io volevo giocare a San Siro. Un calciatore deve avere questa ambizione. In Arabia guadagni di più, tanto di più, e non subisci la pressione che c’è in Italia o in altri Paesi europei. Ma ti manca l’adrenalina del vero calcio e quando stacchi la spina poi non è facile riattaccarla».

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