Sneijder svela: «Era come un padre per me. Il modo in cui mi ha convinto a venire all’Inter è stato speciale» | OneFootball

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·3 dicembre 2025

Sneijder svela: «Era come un padre per me. Il modo in cui mi ha convinto a venire all’Inter è stato speciale»

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Sneijder ripercorre i momenti cruciali della sua carriera: l’olandese, protagonista assoluto del Triplete 2010

In un’intervista a Marca, Wesley Sneijder – ex centrocampista olandese classe 1984 e protagonista assoluto del Triplete 2010 con l’Inter – ha rivissuto alcuni snodi cruciali della sua carriera: dal passaggio dal Real Madrid ai nerazzurri, al Pallone d’Oro sfiorato, fino ai rapporti con gli allenatori che più hanno segnato la sua esperienza.

Sneijder ha raccontato come l’addio al Real, pur vissuto con rammarico, si sia trasformato nell’inizio di un percorso straordinario che, in appena dodici mesi, lo avrebbe portato a conquistare l’Europa con l’Inter di José Mourinho.


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REAL MADRID – «Ho avuto un primo anno incredibile, poi alcuni problemi personali hanno reso difficile la seconda stagione. Forse sarei rimasto più a lungo, ma tutto accade per una ragione: un anno dopo sono tornato nello stesso stadio con l’Inter per giocare la finale di Champions».

PALLONE D’ORO – «Oggi viene giudicato in modo diverso: si valuta l’intera stagione e i risultati. Ai miei tempi spesso lo vincevano Ronaldo o Messi. Ora ha più senso: così altri giocatori possono vincerlo».

MOURINHO – «Era come un padre per me. Il modo in cui mi ha convinto a venire all’Inter è stato speciale. Una volta, nel 2010, mi disse: “Wes, vai a trovare tuo figlio in Olanda”. Io volevo giocare, ma lui insistette. Tornai il giovedì sera e capii che lo aveva fatto per me. Non so quanti altri allenatori avrebbero avuto quel gesto».

BENITEZ – «Peggior allenatore? Arrivò nel momento peggiore possibile. Tutti eravamo dispiaciuti per la partenza di Mourinho e non era facile per lui. Anche noi gli rendemmo le cose difficili. Non riuscivamo a entrare in sintonia. L’ho rivisto un paio di mesi fa: è una brava persona, non ho mai detto che fosse un cattivo allenatore, ma non era la scelta giusta in quel momento».

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