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Diego D'Avanzo·8 ottobre 2025
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Diego D'Avanzo·8 ottobre 2025
Ieri sono riprese le qualificazioni ai Mondiali del 2026 e le prime squadre a scendere in campo sono state le Nazionali africane. Poi toccherà a tutte le altre, in un giro che, però, sarà l’ultimo del suo genere. E forse, è meglio così.
Dal 2026, e almeno fino al 2030, infatti la FIFA cambierà il calendario delle partite autunnali per le Nazionali.
Le due soste di settembre e ottobre non saranno più due, ma una sola, più lunga e più intensa: uno stop più lungo al calcio dei club, dentro cui le Nazionali concentreranno un numero maggiore di partite. Il totale, però, resterà invariato: 6 gare distribuite su due pause invece che su tre.
Oggi le squadre si fermano 3 volte: a settembre, ottobre e novembre, 6 settimane in tutto di calcio “interrotto”. Dal prossimo anno saranno 5 settimane, condensate in due sole finestre (3 settimane tra settembre e ottobre, 2 a novembre). Meno frammentazione, più continuità.
Una riorganizzazione che la FIFA ha già ufficializzato fino al 2030, l’anno in cui si giocheranno i Mondiali di Spagna, Portogallo e Marocco (con 3 partite in Uruguay, Argentina e Paraguay).
Nel 2026 i campionati nazionali disputeranno l’ultimo turno prima della pausa nel weekend del 19-20 settembre. Poi si fermeranno per ventuno giorni, fino a ripartire il 10-11 ottobre.
Ufficialmente si è cancellata una sosta per ottimizzare il calendario. Ufficiosamente, nella testa di tifosi e fantallenatori, per salvare la pazienza di chi durante la “pausa Nazionali” si ritrova a a fingere interesse verso partite improbabili.
La verità è che il mondo del calcio - forse - aveva bisogno di una pausa da queste pause. A livello di sentimento popolare, la sosta più "odiata" resta e resterà quella di settembre: in cui l'hype per il nuovo campionato viene tranciato di netto.
Con il nuovo formato - almeno - si andrà in contro alle richieste di tecnici e club, che vedono i loro migliori giocatori fare il giro del mondo tre volte in tre mesi. È una piccola rivoluzione logistica che promette di alleggerire le agende e forse anche le gambe.
Tra un anno, capiremo se sarà davvero una soluzione agli infortuni o solo un modo più efficiente per dare continuità alle leghe nazionali.
📸 ANDREAS SOLARO - AFP or licensors