Pagine Romaniste
·17 ottobre 2025
Svilar: “Non temiamo nessuno. I tifosi sono stati fondamentali per il mio rinnovo”

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·17 ottobre 2025
Con il sorriso di chi sta vivendo il momento più intenso della carriera, Mile Svilar si è raccontato ai microfoni di DAZN, alla vigilia di Roma-Inter. Il portiere giallorosso, tra i protagonisti assoluti di questo avvio di stagione, ha parlato di campo, emozioni e crescita personale.
Ecco le sue dichiarazioni:
“Provo tante emozioni, sono felice. Per pensare al rendimento però è ancora presto, per questo mi godo solo il momento”.
Il nuovo papà della Roma vive con equilibrio anche l’euforia del successo:
“Tendo a isolarmi, mi piace tanto rimanere a casa. Un calciatore deve essere stabile mentalmente, sia nei momenti belli che brutti”.
Per Svilar, la forza mentale è tutto, anche quando arriva l’errore:
“L’errore per un portiere è pesante ma la mente deve essere forte e saper affrontare tutti i momenti, perché ci saranno sempre up and down. Il fatto che si giochi ogni tre giorni ti aiuta sempre a fare meglio o a rialzarti”.
Il portiere serbo ripercorre anche le tappe più significative del suo percorso:
“Il più bello è sicuramente Roma-Feyenoord del 2024, quando capii che sarei diventato il titolare. Il più brutto invece gli anni in cui non giocavo, ma ci sta, fa parte del calcio”.
Momenti difficili che hanno forgiato il suo carattere:
“Non è facile per un portiere trovare le giuste motivazioni quando ti alleni e non giochi, però, come detto, fa parte di un percorso”.
Perfettamente calato nella mentalità del professionista moderno, Svilar cura ogni dettaglio:
“Rivedo moltissimo le mie partite, solitamente la notte, quando mio figlio dorme. Sono molto autocritico, questo mi aiuta a migliorare”.
Un legame speciale lo unisce al padre, anche lui ex portiere:
“Ci confrontiamo sempre, è bello avere un papà così. Mi aiuta tanto”.
E se un giorno il figlio seguisse le sue orme?
“Sinceramente no, però deciderà lui quello che vorrà fare”.
Fuori dal campo, Svilar non lascia nulla al caso:
“Passo tanto tempo in famiglia e lavoro sulla respirazione con un mental coach. Faccio tanto visual training, mi aiuta a vedere le cose prima che succedano. Il lavoro mentale conta come quello fisico, per un portiere è il giusto mix”.
Da ammiratore di Casillas a idolo per i più giovani:
“Mi emoziona molto, anche se è surreale. Mi piace però motivare i più giovani per aiutarli”.
E poi Roma, la città che l’ha accolto come uno di casa:
“Non esco molto, ma quando lo faccio mi piace fermarmi con i tifosi. Questo fa di Roma una piazza speciale. L’atmosfera dello stadio è una cosa incredibile, ricordo la partita con la Fiorentina e gli striscioni in Curva Sud per me”.
Un affetto che ha inciso anche sulla sua scelta di restare:
“Tanto, perché i tifosi mi fanno sentire a casa e quando percepisco questo rendo meglio”.
Guardando avanti, Svilar sa che la prossima sfida non sarà semplice:
“Noi non dobbiamo temere nessuno, perché siamo una squadra fortissima, ce la giochiamo con tutti”.
E sugli avversari più ostici:
“In Serie A penso a Lautaro e Thuram, ma ho giocato anche contro Lukaku, che fisicamente è una bestia”.
Uno sguardo anche al campionato:
“Ci sono tante ottime squadre. L’Inter è da anni la più forte ma anche Napoli e Milan stanno facendo bene”.
E quando sarà il momento di guardare la classifica?
“Verso marzo, quando il campionato entrerà nella fase finale. Ora è troppo presto”.
Non mancano gli elogi per gli attaccanti del torneo:
“Ferguson e Dovbyk sono due giocatori diversi ma con tante qualità, possono segnare tanto. Sono certo che presto Ferguson si sbloccherà, spero che entrambi possano fare tanti gol”.
E su Soulé:
“Matias è fortissimo, lavora bene ogni giorno. Non ho mai avuto dubbi su Soulé, fin dal primo allenamento. Ora dimostra il suo talento anche in partita, è quello che è migliorato di più”.
Infine, un pensiero per Gasperini, che ha saputo trasmettergli una nuova mentalità:
“Quando giocavo contro l’Atalanta percepivi la difficoltà nel vincere contro di loro, il mister sta trasmettendo una mentalità vincente, è un allenatore fantastico”.
E chissà, magari un tatuaggio per celebrare tutto questo:
“L’ultimo l’ho fatto cinque anni fa, qualcosa sulla Roma però potrei farla, ci sta!”.