Calcio e Finanza
·24 dicembre 2025
Tineco S9 Artist a confronto con Dreame H14 Pro, Dyson WashG1 e Shark HydroVac

In partnership with
Yahoo sportsCalcio e Finanza
·24 dicembre 2025

I pavimenti duri semplificano la vita… finché non la complicano. Una cena veloce lascia briciole sotto le sedie. Le scarpe bagnate segnano l’ingresso. Un bicchiere rovesciato allarga la macchia in un attimo, e parte la solita sequenza: prima aspirare, poi passare lo straccio, poi sciacquare lo straccio perché “sa ancora di ieri”.
Quel caos quotidiano spiega perché i pulitori “tutto in uno” finiscono sempre più spesso nella stessa lista dei cordless classici. Promettono una sola passata per sporco secco e bagnato, più meno tempo tra secchi, strizzatori e capelli avvolti nella spazzola. I marchi ormai si giocano la partita su dettagli molto pratici: forza per tirare su la graniglia dalle fughe, batteria che regge una pulizia completa, corpo che scivola sotto il divano, base che lava e asciuga i pezzi così non restano umidi.
Qui sotto: il nuovo Tineco FLOOR ONE S9 Artist accanto a tre rivali diretti: Dreame H14 Pro, Dyson WashG1 e Shark HydroVac. Niente toni da volantino. Solo cosa significano le specifiche in stanze vere, che manutenzione richiedono in una settimana normale e che “idea di pulizia” porta ogni brand.
I pavimenti duri raccolgono lo sporco a strati. Prima arriva quello evidente: briciole, polvere, capelli, granellini che si sentono sotto i calzini. Poi arriva la parte subdola: aloni appiccicosi vicino al tavolo, impronte opache all’ingresso, una patina che spegne le piastrelle anche dopo una passata veloce di scopa. Gli strumenti classici dividono il lavoro in due faccende, e la seconda spesso finisce nel “dopo”.
Da lì nasce il senso dei pulitori lava e aspira: provano a sostituire coppia aspirapolvere + mop con un solo giro.
Il segmento ormai corre da solo, e pagine come lavapavimenti mostrano come i brand raggruppano questi prodotti come categoria a parte, non come accessorio casuale del cordless.
La pulizia non fallisce perché manca la teoria. Fallisce perché richiede tempo, dà noia, o lascia “pulizia dopo la pulizia”.
In una casa normale saltano fuori sempre gli stessi blocchi:
Questi apparecchi possono far risparmiare tempo, ma non cancellano ogni limite. Capire i compromessi evita acquisti “giusti sulla carta”.
Punti chiave:
Questa base rende più chiaro il confronto. Ora: il lancio Tineco e, subito dopo, come Dreame, Dyson e Shark affrontano gli stessi problemi.
Tineco presenta S9 Artist come strumento da pavimenti duri che riduce la routine “prima aspirare, poi lavare” a un solo apparecchio più una base. Nella vita vera la promessa regge solo se tre cose funzionano bene: forza sullo sporco secco, gestione dell’acqua sulle macchie appiccicose, ciclo di pulizia che evita l’odore “da macchina umida” dopo pochi giorni.
La parola “Artist” non riguarda solo il colore. Il design richiama l’Aurora Boreale e punta a un oggetto che stona meno in una zona giorno. Ok. Ma la scelta davvero utile riguarda la forma del corpo.
Tineco spinge su un corpo a 180° completamente sdraiabile e un’altezza ridotta a 12,85 cm, così la testa passa sotto letto, divano e mobili bassi, dove polvere e capelli si accumulano senza pietà.
Tineco dichiara 22 kPa di aspirazione e fino a 50 minuti di autonomia per il modello lava e aspira. Qui i numeri contano meno come “gara” e più come indicazione pratica:
Lavare crea un problema semplice: acqua sporca + rullo umido = odore, in fretta. Tineco risponde con FlashDry, un ciclo che pulisce con acqua riscaldata e asciuga con aria calda, con riferimento a 85°C per l’asciugatura. Questo punto pesa perché tocca la parte più noiosa: evitare che rullo e percorsi interni restino bagnati per ore.
Poi c’è il tema capelli. In case con capelli lunghi o animali, i grovigli fanno saltare i nervi. Tineco descrive DualBlock anti-groviglio con due raschiatori: uno “pettina e cattura” i capelli, l’altro rimuove acqua sporca e residui. L’obiettivo: meno intasamenti e meno pulizia manuale.
Tutti inseguono la stessa idea: un attrezzo per sporco secco e bagnato. Poi cambiano strada. Alcuni spingono su forza e autonomia, altri puntano su un sistema più “da lavaggio” che tratta il pavimento come superficie da sciacquare spesso.
Dreame posiziona H14 Pro come lava e aspira con molta automazione e una base che fa parecchio lavoro. Sulla scheda tecnica compaiono 18 kPa, corpo sdraiabile a 180° e controllo via app per impostazioni e monitoraggio.
La parte manutenzione resta centrale: Dreame indica lavaggio rullo con acqua calda a 60°C e asciugatura con aria calda a 60°C, con modalità rapida. Il vantaggio mira a un fastidio concreto: rulli che restano umidi e prendono odore. Però serve disciplina: se il ciclo base non parte quasi mai, il risultato cala.
Dyson WashG1: specialista del lavaggio, non “tuttofare”
Dyson con WashG1 sceglie un’idea diversa. Lo presenta come pulitore per pavimenti incentrato sul lavaggio, con gestione ordinata dello sporco. Dyson dichiara fino a 35 minuti di autonomia.
Dyson mette in evidenza un ciclo di auto-pulizia che risciacqua il sistema mentre si ricarica e un percorso che separa acqua sporca e detriti per lo svuotamento. Questa scelta ha senso per cucina e ingresso, dove lo sporco bagnato compare spesso. Ma segnala anche un limite pratico: molte case continuano ad affiancare un aspirapolvere separato per tappeti, moquette e sporco secco più “pesante”.
Shark descrive HydroVac come 3 in 1: aspira, lava e si pulisce. Per il cordless indica fino a 30 minuti di autonomia, con serbatoi compatti e peso attorno a 3,9 kg (dipende da versione e mercato).
Shark cita anche funzioni legate agli odori su alcune versioni e una spazzola pensata per restare più pulita tra una passata e l’altra. Il quadro generale suggerisce un uso da routine: pochi passaggi, reset veloce, focus sulla pulizia quotidiana dei pavimenti duri.
Le specifiche aiutano, ma il pavimento non perdona. Un modello può sembrare perfetto, poi inciampa tra gambe delle sedie, macchie appiccicose, o quella striscia di polvere lungo il battiscopa. Conviene partire dalla casa, non dalla brochure.
Quando una pagina descrive un prodotto come Tineco aspirapolvere e lavapavimenti senza fili, la parte utile non sta nel nome. Sta nella lista mentale dietro al nome: gestisce sporco secco e bagnato, arriva sotto i mobili, e resta abbastanza pulito da non puzzare dopo pochi giorni?
Questa lente rende il confronto più onesto.
Questo segmento non cresce perché la pulizia diventa un hobby. Cresce perché cambiano le routine. Più pavimenti duri in casa. Più reset rapidi dopo cena, dopo allenamento, dopo corse in corridoio con calzini che “dovevano restare bianchi”.
S9 Artist si colloca nella fascia che prova a rendere quel reset più semplice: una passata per secco e bagnato, poi una base che gestisce gran parte del lavoro sporco.
Dal set di funzioni emerge un’idea precisa. S9 Artist mette insieme tre priorità che colpiscono problemi quotidiani:
Il tema capelli resta un punto pratico, non un dettaglio: DualBlock anti-groviglio prova a tagliare intasamenti e tempo perso.
Una casa non ha bisogno del modello “più tecnologico”. Ha bisogno di quello giusto.
Dreame punta su automazione e base “calda”. Dyson separa il lavaggio come compito a sé. Shark rende la routine più semplice. Tineco prova a tagliare frizione con forza, autonomia, pulizia sotto i mobili e base che pulisce e asciuga.
Questo modo di leggere il mercato aiuta più di qualsiasi numero: conta se l’attrezzo esce davvero un martedì sera, non solo se fa bella figura nel weekend.
Un lava e aspira combina aspirazione e lavaggio in una sola passata. In pratica, punta a ridurre la routine “prima aspirare, poi lavare” e a gestire meglio gli incidenti veloci (gocce, impronte umide, macchie fresche) rispetto a un mop tradizionale.
Su pavimenti duri può coprire gran parte del lavoro quotidiano (polvere, briciole, capelli, piccoli sversamenti). Se in casa ci sono tappeti o moquette in quantità, spesso serve ancora un aspirapolvere dedicato per quelle superfici.
Perché dopo il lavaggio restano acqua sporca e rullo umido. Se il rullo non asciuga bene, possono arrivare odori e manutenzione più pesante. Una base che pulisce e asciuga aiuta a tenere la macchina “pronta” e più igienica tra un uso e l’altro.
In breve: Dreame tende a puntare su funzioni e gestione “da base”; Dyson tratta il lavaggio come attività dedicata e spesso si affianca a un vacuum separato; Shark resta più semplice e orientato al reset rapido. La scelta dipende da abitudini, spazio disponibile e tipo di sporco.
Guardare soprattutto: tipo di pavimenti, quantità di tappeti, presenza di animali/capelli lunghi, spazio per la base, facilità di pulizia dei serbatoi, resa vicino ai bordi e sotto i mobili. Questi dettagli incidono più di qualsiasi numero in scheda tecnica.
6) Qual è la differenza tra le 22 kPa di Tineco S9 Artist e le 18 kPa di Dreame H14 Pro nella pratica?
Nella vita quotidiana, la differenza si fa sentire su due scenari:
Per sporco fine (polvere, capelli) le differenze sono minori, ma Tineco dimostra maggiore potenza su sporco “ostinato” – un plus per cucine e ingressi con traffico intenso.
7) Il Tineco S9 Artist è sicuro per il parquet massiccio sigillato, molto diffuso in Italia?
Sì, ma con due accorgimenti:
Il parquet sigillato moderno resiste bene, ma controlla sempre le indicazioni del produttore del pavimento. Confrontato a Shark HydroVac (che usa più acqua), Tineco è più sicuro per legni sensibili grazie al sistema MHCBS (riciclaggio d’acqua a 450 cicli/min) che lascia i pavimenti asciutti in 3-5 minuti.
8) Come si confrontano le batterie di Tineco, Dyson e Shark in termini di durata a lungo termine?
Tutte le batterie a litio degradano con l’uso, ma le differenze emergono dopo 2-3 anni:
Tineco offre il miglior equilibrio tra autonomia iniziale e durata, mentre Shark è più economico per la sostituzione – ma con autonomia iniziale inferiore.
9) I filtri e i rulli di Tineco sono più costosi dei concorrenti, e dove si comprano in Italia?
I consumabili di Tineco sono competitivi sul mercato italiano, con disponibilità su piattaforme come Amazon.it, MediaWorld e il sito ufficiale Tineco Italia:
La differenza chiave è la durata: il rullo DualBlock di Tineco resiste più a lungo grazie al materiale anti-usura, rispetto a Shark che richiede sostituzione più frequente in case con animali.
10) Quale dei modelli (Tineco/Dreame/Dyson/Shark) è meno rumoroso, per pulire la sera senza disturbare?
La valutazione in decibel (dB) mette in evidenza Tineco come il più silenzioso:
Tineco è ideale per pulire la sera o quando i bambini dormono, mentre Shark e Dyson possono risultare disturbanti in spazi piccoli (es. appartamenti milanesi).
11) Per le case con animali (cani/gatti), quale modello ha la migliore funzione anti-groviglio?
La classifica, basata su recensioni italiane, è chiara:
12) La capacità dei serbatoi di Tineco è sufficiente per una casa di 100 m², o bisogna svuotare spesso?
Il serbatoio d’acqua pulita (0,8 L) e quello sporco (0,6 L) di Tineco copre ~70-80 m² in una sola passata. Per 100 m²:
Confrontato a Dyson WashG1 (serbatoio 0,5 L) che richiede 2-3 svuotamenti per 100 m², Tineco è più pratico per case grandi. Shark HydroVac (serbatoio 0,4 L) è ancora meno efficiente per spazi ampi.
13) Quale marca offre la migliore assistenza post-vendita in Italia?
Tineco e Dyson distano leggermente dalle altre, con punti a favore:
Per i consumatori che valorizzano la velocità della riparazione, Tineco è la scelta migliore.
14) Il sistema FlashDry di Tineco elimina veramente gli odori di moisi in cucine con grasso?
Sì – il ciclo di autopulizia a 85°C scioglie i residui di grasso e asciuga il rullo e i tubi, prevenendo la formazione di muffe. In cucine con uso frequente, consiglio di:
Gli utenti riportano che gli odori scomparivano completamente dopo 1 mese d’uso, mentre con modelli senza asciugatura (es. Shark HydroVac) i odori ricomparivano dopo pochi giorni.
15) Tra Tineco S9 Artist e Dreame H14 Pro, quale è più facile da manovrare in spazi stretti (es. corridoi o cucine piccole)?
Tineco ha un vantaggio con il suo profilo basso (12,85 cm) e il design a 180°:
Dreame è comunque pratico, ma il profilo leggermente più alto (13,5 cm) può creare difficoltà in spazi molto ristretti – comune in appartamenti storici italiani.
I pulitori tutto in uno continuano a crescere per un motivo semplice: i pavimenti duri si sporcano poco ma spesso. Un attrezzo che tira su lo sporco secco, gestisce le macchie bagnate e poi si pulisce abbastanza da restare “fresco” può cambiare la routine: da “ci penso dopo” a “fatto in dieci minuti”.
Il confronto mostra anche quanto si sia allargata la categoria. Dreame spinge su funzioni e cura nella base. Dyson tratta il lavaggio come disciplina separata. Shark mantiene un’impostazione più diretta. Tineco con S9 Artist prova a tenere insieme punti pratici: forza per la graniglia, autonomia per finire, corpo basso per lo sporco nascosto, base pensata per ridurre umidità e odore.
Alla fine vince quasi sempre la realtà di casa: quante volte serve il reset, quanta “lana” di capelli compare, quanto spazio c’è, e quanta voglia resta di sciacquare serbatoi e avviare cicli di pulizia. Se tutto combacia, l’idea “tutto in uno” smette di sembrare una moda e diventa solo… comoda.









































