Tudor Juve a rischio (Repubblica): come Maifredi. Non è stato ancora esonerato solo per questi due motivi. La sensazione è che… | OneFootball

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·27 ottobre 2025

Tudor Juve a rischio (Repubblica): come Maifredi. Non è stato ancora esonerato solo per questi due motivi. La sensazione è che…

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Tudor Juve a rischio (Repubblica): come Maifredi. Non è stato ancora esonerato solo per questi due motivi, panchina mai così traballante

I numeri della crisi della Juve sono impietosi e parlano da soli. La squadra non vince da otto partite consecutive. Non segna da quattro, un’astinenza offensiva che rievoca fantasmi del passato: non accadeva dal 1991, ai tempi della gestione Maifredi. Come se non bastasse, le sconfitte consecutive sono ormai tre. Questi dati, da soli, basterebbero a descrivere la traiettoria di una squadra che sta inesorabilmente rotolando verso il basso.

L’aspetto forse più frustrante è che, probabilmente, la squadra non meritava di perdere l’ultima partita. Ma questa, più che un’attenuante, diventa un’aggravante. Igor Tudor non ha a che fare con una formazione spenta o demotivata. Al contrario, i giocatori si impegnano allo spasimo, lottano e non si tirano indietro.


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Tuttavia, il prodotto finale di questo sforzo è una confusione tattica indicibile. Il campo mostra un disordine che vanifica ogni tentativo di reazione. È l’allenatore il principale indiziato di questo caos. Tudor contribuisce attivamente al disorientamento generale con i suoi continui e frenetici cambi di modulo e di posizioni. Avanza, arretra, sposta i giocatori sulla scacchiera senza una logica apparente, e il risultato finale è invariabilmente la moltiplicazione del nulla. Un’agitazione che non produce gioco, né punti, in netto contrasto con avversari come Sarri, capace di ricavare il massimo dal poco, forgiando un gruppo da battaglia con un’anima sola.

In questo contesto, affermare che Tudor sia in bilico è un puro pleonasmo; la sua posizione è appesa a un filo. Se la Juventus decide di insistere ancora con lui, non è per convinzione. Le ragioni sono altre. In primis, il club non sembra avere le idee chiare sulla successione: le opzioni sul tavolo vanno dall’ipotesi di un traghettatore come Palladino fino alla suggestiva (ma complicata) pista che porta a Spalletti. In secondo luogo, c’è l’incombenza del calendario: mercoledì si torna già in campo contro l’Udinese.

Ma al di là delle scelte tecniche e delle riflessioni interne, c’è un dato che spaventa il club più di ogni altra cosa: l’impressione che questa spirale negativa sia irreversibile. È questa irreversibilità dei risultati a generare la paura più grande alla Continassa.

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