Juventusnews24
·18 novembre 2025
Uva rivela: «L’Italia deve presentare 5 stadi per Euro 2032, ma l’Allianz Stadium è l’unico al momento con i parametri. La Juventus è un esempio positivo per questo motivo»

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·18 novembre 2025

Michele Uva, ex vicepresidente UEFA e attualmente Executive Director per la sostenibilità sociale e ambientale, ha parlato così al Social Football Summit all’Allianz Stadium di Torino. Queste le sue dichiarazioni che riguardano anche lo stadio della Juventus in vista di Euro 2032.
SOSTENIBILITA’ DEL CALCIO ITALIANO – «La FIGC è stata tra le prime in Europa ad analizzare e contestualizzare la nostra strategia, oltre ad applicarla. C’è grande spinta dei partner commerciali e della società civile, secondo me c’è una sensibilità ma è chiaro che il percorso è lungo: l’importante è che ci sia la base, molti club di Serie A hanno il manager di sostenibilità. Siamo sulla buona strada. La sostenibilità si basa su cinque pilastri collegati tra loro: finanziario, sportivo, ambientale, sociale e culturale. Ogni regione segue il proprio percorso, ma l’obiettivo è unirli in una strategia comune. Quando sono arrivato in UEFA nel 2021 c’era ancora poco su questo tema. Prima di creare una strategia serve l’impegno forte della società. Un esempio positivo è la Juventus, che ha iniziato a integrare la sostenibilità nella sua strategia grazie al rapporto CSRD. Infine, l’impatto di carbonio del calcio europeo è molto basso: possiamo fare la nostra parte, ma non possiamo essere noi a salvare il pianeta».
STADI PER EURO 2032 – «Sono molto positivo, non mi arrendo. L’Italia ha tempo fino all’1 ottobre 2026 per i 5 stadi che può presentare e l’Allianz Stadium è l’unico al momento che ha i parametri. Poi c’è sana competizione tra altri 12 stadi per occupare gli altri 4 posti. Per l’UEFA l’Italia è importante e non ospita un grande evento dal 1990, probabilmente le infrastrutture sono state la zavorra che non ci hanno permesso di candidarci. L’obiettivo della UEFA è organizzare l’Europeo per aiutare la FIGC a implementare il processo. Ma una cosa è giocare qui e un’altra è giocare nel vecchio Delle Alpi. L’impiantistica è importante, penso sia un diritto di chiunque assistere a un match in uno stadio coperto e con tutti i servizi. C’è consapevolezza che bisogna accelerare. Quali sono i parametri? In tutto sono 132, a livello di requisiti per uno stadio per essere a norma e UEFA, il 20% sono legati alla sostenibilità».
SAN SIRO – «Ci si augura di avere stadi sempre moderni. L’Allianz Arena ha più di 20 anni ma c’è una percezione di funzionalità e modernità straordinaria. Lo stadio deve essere flessibile: tutto cambia, anche l’aspettativa del tifoso e della società. Noi stiamo puntando sull’agilità, non su strutture chiuse, con aumenti di capienza senza investimenti enormi ma anche flessibilità a livello di spazio».
TEMA STADI – «C’è stata un’accelerazione dovuta a Euro 2032, ma saranno solo 5 gli stadi trattati. Si sta accelerando tutto, da Parma a Empoli fino ad altri stadi. L’impianto è il primo legame con la comunità».
FUTURO – «Il ciclo di un manager dura dai 4 ai 6 anni, quindi penso che il percorso stia volgendo al termine in quest’area. Non ho mai pensato di voler diventare il punto di riferimento in questo campo. Penso sia giusto lasciare dopo 5 anni una legacy certificata».









































