Zazzaroni su Acerbi: «Storia senza retorica, ha vinto senza alzare coppe. Ecco cosa mi ha colpito» | OneFootball

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·23 settembre 2025

Zazzaroni su Acerbi: «Storia senza retorica, ha vinto senza alzare coppe. Ecco cosa mi ha colpito»

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Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, firma la prefazione dell’autobiografia di Acerbi, «Io guerriero», presentata ieri a Milano

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha scritto la prefazione del libro «Io guerriero», autobiografia di Francesco Acerbi, difensore dell’Inter. Il libro è stato presentato ieri alla Rizzoli di Milano, e Zazzaroni ha voluto condividere con i suoi follower su Instagram un estratto del testo che racconta non solo la carriera calcistica, ma soprattutto il lato umano di Acerbi, in una narrazione sincera e profonda.

IL MESSAGGIO DI ZAZZARONI – «È un estratto della prefazione che ho scritto al libro di Francesco Acerbi, Io guerriero, presentato ieri a Milano. Se vi invita a leggerlo sono contento, se ve lo rende incomprabile vi mando Francesco a casa dopo una sconfitta dell’Inter nel derby su autogol al 90’», ha scritto Zazzaroni, ironizzando con i suoi follower.


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Zazzaroni ha voluto enfatizzare il lato più umano e intimo di Acerbi, andando oltre la figura del calciatore.

L’UOMO PRIMA DEL CALCIATORE – «La cosa che mi ha colpito di più in queste pagine è che Francesco non ha voluto esporre solo il lato calciatore. Ha fatto prevalere l’uomo. L’uomo che non ha trovato le parole giuste da dire a suo padre morto troppo presto; l’uomo che ha visto la malattia entrare nella sua vita non una, ma due volte; l’uomo che si è inginocchiato sul prato dopo un gol che non era solo un gol: era un punto fermo. Era un “sono ancora vivo… ho fatto pace con me stesso”».

UNA STORIA SENZA RETORICA – Zazzaroni, proseguendo nella sua riflessione, ha ribadito che «Se vi aspettate il solito libro sull’eroe che supera le avversità e diventa un esempio, fermatevi dopo il primo capoverso. Qui non c’è retorica: c’è un ragazzo di provincia che voleva solo giocare a pallone. Che ha fatto cazzate, come tutti. Che ha sofferto, più di molti. E che invece di costruirsi una facciata ha deciso di aprirsi».

Il giornalista ha sottolineato che Acerbi è «uno che ha vinto senza bisogno di alzare una coppa», che ha compreso troppo tardi, ma abbastanza presto da cambiare la propria vita. «Uno che oggi può guardarsi allo specchio senza doversi perdonare niente. E questo vale molto più di una carriera perfetta». Zazzaroni ha concluso il suo intervento lodando la sincerità e la concretezza di Acerbi, che si distingue per essere «uno di quelli – ormai rari – che fanno senza dire, mantengono senza promettere, ci sono senza esserci. Perché sono senza bisogno di sembrare.»

L’autobiografia di Acerbi, quindi, non è solo la storia di un calciatore, ma quella di un uomo che ha affrontato sfide personali enormi, imparando a superarle e ad abbracciare la propria verità, senza mai cercare facili giustificazioni.

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