Inter News 24
·27 luglio 2025
Zenga da Deltaplano a l’Uomo Ragno: «Il primo lo inventò Brera, il secondo io: ecco come»

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·27 luglio 2025
Walter Zenga, leggenda tra i pali dell’Inter, ha ripercorso con emozione la propria carriera in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Dal primo colpo di fulmine a San Siro, i ricordi più belli e anche l’invenzione dei sue soprannomi.
Poi l’Inter, 1982-1994: il momento più bello? – «L’ultima partita, il ritorno della finale di Coppa Uefa contro il Salisburgo ne 94. Soci Andrò Via, anche se la dirigenza non mi ha comunicato nulla. Lo so perché Mancini mi ha detto che Pagliuca lascerà la Samp per passare all’Inter. E so che il nuovo allenatore, Ottavio Bianchi, non mi vuole. San Siro è strapieno, paro tutto, vinciamo la partita e il trofeo. È l’ultima delle mie 473 presenze. Saldo i miei conti, l’addio perfetto».
La parata più bella nell’Inter? – «Contro il Torino a San Siro, nel settembre 1983. Involo verso il “sette” a deviare un tiro di Caso»
I suoi due soprannomi. – «Il primo, Deltaplano, lo inventò Gianni Brera. Il secondo, l’Uomo Ragno, in pratica me lo sono dato da solo. È il 1992, l’anno del boom della canzone degli 883. Sacchi mi taglia dalla Nazionale. Un cronista mi chiede: “Walter, che cosa pensi di questaesclusione?”. Rispondo canticchiando:“Hanno ucciso l’Uomo Ragno, chi sia stato non si sa, forse Sacchi, Matarrese, Carmignani chi lo sa (Matarrese era il presidente della Figc; Carmignani, ex portiere, il vice del ct Sacchi, ndr)”. Il giorno dopo esce un paginone su questa cosa e divento l’Uomo Ragno. Ho una richiesta per Max Pezzali (il leader degli 883, ndr):Max, invitami a cantare “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, sei interista!”».
Due volte semifinalista, all’Europeo del 1988 e al Mondiale 1990. Tasto dolente, l’uscita contro l’Argentina: lancio di Maradona, lei a vuoto, gol di Caniggia. – «In quella situazione, il portiere che esce è fregato per nove volte su dieci. Perché sono uscito? Non loso, sono attimi e ho deciso così. Se non puoi anticipare l’attaccante, devi restare in porta e tentare la parata. Io ho fatto la scelta più scomoda, in un centesimo di secondo, e l’ho pagata. Il falso storico è che noi abbiamo perso il Mondiale per quell’episodio. Mancavano più di 20 minuti al 90’ e poi ci sono stati i supplementari e i rigori. È stato un Mondiale quasi perfetto, sei vittorie e un pari nei 120 minuti».
Zenga allenatore coraggioso e apripista – «Ho vinto il campionato con lo Steaua Bucarest, in Romania, e con la Stella Rossa in Serbia. Sono stato in Turchia, ma non a Istanbul: a Gaziantep, vicino al confine con la Siria. Sono andato in Arabia, all’Al Nassr, oggi la squadra di Ronaldo, ma nel 2010…».
Il riferimento va ad una fase successiva dell’intervista in cui Zenga parla della possibilità di tornare all’Inter: «Una volta forse mi cercarono, non ricordo se ai tempi di Stramaccioni o Mazzarri».
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