Juventusnews24
·29 de setembro de 2025
Capello ricorda gli anni alla Juve: «Tutto funziona, devi solo allenare. Non devi giocare bene ma vincere. Quando arrivò Ibrahimovic…»

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·29 de setembro de 2025
Un aneddoto geniale su Zlatan Ibrahimovic e una lucida analisi sulle differenze tra allenare la Juventus, il Milan e la Roma. L’ex tecnico Fabio Capello, oggi apprezzato opinionista, si è raccontato nel podcast “Supernova” di Alessandro Cattelan, svelando retroscena inediti della sua straordinaria carriera, come riportato da Tuttosport.
Il racconto più affascinante riguarda l’arrivo di un giovanissimo Ibrahimovic alla sua Juventus. “L’ho studiato per un mese e mezzo. Come calciava, come si muoveva. Era pieno di difetti”, ha confessato Capello. Ma il talento, unito alla voglia di imparare, ha fatto la differenza.
PAROLE – «Alla Juventus è tutto a posto, tutto funziona, devi solo allenare, non devi giocare bene ma vincere. Dicono così alla Juve. Al Milan anche era tutto preparato e dovevi solo allenare. Alla Roma invece dovevi ripartire da zero, è stato il posto più difficile dove ho allenato. Quando sono arrivato non c’erano nemmeno i parcheggi assegnati, li ho fatti mettere io.
Capello ha descritto un Ibra grezzo, un gigante che “non sapeva saltare”, paragonandolo a un altro suo ex allievo, Boban, che “saltava come un pinguino”. La chiave del suo miglioramento fu la sua grande umiltà: “era uno predisposto ad ascoltarti”, perché capiva che i consigli lo aiutavano a crescere. Un ritratto inedito, che svela il lavoro che si cela dietro la costruzione di un campione.
L’ex allenatore ha poi analizzato le differenze tra i grandi club che ha guidato, offrendo una sintesi perfetta delle loro filosofie. “Alla Juventus è tutto a posto, tutto funziona, devi solo allenare”, ha spiegato, riassumendo il DNA del club con una frase iconica: “non devi giocare bene ma vincere. Dicono così alla Juve”.
Un’organizzazione perfetta che, a suo dire, ha ritrovato anche al Milan di Berlusconi e Galliani. Ben diversa, invece, la sua esperienza alla Roma.
“Alla Roma invece dovevi ripartire da zero, è stato il posto più difficile dove ho allenato”, ha confessato Capello. Per descrivere la situazione, ha usato un aneddoto semplice ma efficace: “Quando sono arrivato non c’erano nemmeno i parcheggi assegnati, li ho fatti mettere io”. Un’immagine che fotografa la differenza tra un club strutturato per vincere e una piazza passionale dove tutto andava costruito, un’impresa che, con lo Scudetto del 2001, gli riuscì alla perfezione.