Chivu Inter, e la rivoluzione del turnover: le ultime sulla formazione meneghina in vista dei prossimi impegni | OneFootball

Chivu Inter, il tecnico nerazzurro chiarisce la propria filosofia: più rotazioni e gestione delle energie per superare i limiti del passato

Alla vigilia della sfida contro l’Udinese, Cristian Chivu ha tracciato una linea netta sulla nuova identità dell’Inter. In conferenza stampa, l’allenatore rumeno ha spiegato uno dei punti cardine del suo progetto tecnico: «Ad Appiano Gentile non esiste più il posto fisso». Una frase che, secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, rappresenta un cambio culturale rispetto alle ultime stagioni.

Rotazioni come scelta strategica

Negli ultimi anni l’Inter ha spesso sofferto nei momenti decisivi a causa di una gestione limitata delle rotazioni. La dipendenza dalla ThuLa in attacco o dall’asse consolidato a centrocampo ha portato più volte a un logorio fisico evidente nella parte finale della stagione. Chivu, invece, ha introdotto una mentalità diversa: più spazio alle seconde linee, più concorrenza interna e un ricorso sistematico al turnover.

Una trasformazione graduale

Il nuovo corso nerazzurro non riguarda solo la tattica – il 3-5-2 resta il punto di partenza – ma anche la gestione quotidiana. Allenamenti intensi “da marine”, attenzione ai dettagli dentro e fuori dal campo e parole sempre calibrate sono il segnale di un allenatore che vuole prendersi in pieno possesso della squadra. L’obiettivo dichiarato è ridurre al minimo i cali di rendimento e mantenere la rosa fresca fino alle fasi decisive di campionato e coppe.

L’assalto al Napoli

L’idea di non avere titolari inamovibili si inserisce in un contesto competitivo di altissimo livello. Con il Napoli di Antonio Conte pronto a difendere lo scudetto e squadre come Juventus e Milan decise a rilanciarsi, l’Inter non può permettersi di arrivare scarica nei momenti cruciali. Per questo Chivu ha scelto di puntare sulla profondità della rosa, valorizzando anche chi finora aveva trovato meno spazio.

Il messaggio è chiaro: nel nuovo manuale nerazzurro non conta più il posto fisso, ma il rendimento sul campo e la capacità di adattarsi. Una rivoluzione silenziosa che potrebbe rivelarsi decisiva nella corsa al titolo.