Dumfries, ecco perché Barcellona e Manchester City lo vogliono. Undici gol non sono un caso: l’olandese è diventato un attaccante aggiunto… | OneFootball

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·07 de julho de 2025

Dumfries, ecco perché Barcellona e Manchester City lo vogliono. Undici gol non sono un caso: l’olandese è diventato un attaccante aggiunto…

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Dumfries, ecco il motivo per cui il Barcellona e il Manchester City lo vogliono: 11 reti non sono un caso: l’esterno è diventato un attaccante!

Quella appena terminata è stata, senza alcun dubbio, la migliore stagione della carriera di Denzel Dumfries. In un’annata da 47 presenze complessive, l’esterno olandese ha realizzato ben 11 reti, un bottino da attaccante aggiunto che polverizza i suoi precedenti score in nerazzurro (5 gol nel primo anno, poi 2 e 4). Questa esplosione realizzativa non è stata casuale, ma il frutto di un’evoluzione tattica e di una consapevolezza nei propri mezzi che lo hanno trasformato in un’arma letale per l’Inter. Analizzando la sua partecipazione ai gol, emergono temi chiari che raccontano la storia di un giocatore diventato totale, capace di incidere in modi diversi e sempre decisivi, dalla furia acrobatica al tempismo del predatore d’area. Ed ecco perché, approfittando di una clausola di soli 25 milioni, Guardiola e Flick lo vorrebbero per i loro – rispettivamenteManchester City e Barcellona.

IL RE DEI CALCI PIAZZATI: UN PERICOLO COSTANTE IN AREAUna delle trasformazioni più evidenti di Dumfries è stata la sua pericolosità sui calci piazzati. È diventato il bersaglio prediletto dei cross di Calhanoglu e Dimarco, trasformando ogni corner in un potenziale pericolo. La sua stagione si accende proprio così, nel pirotecnico 4-4 contro la Juventus, quando riprende una spizzata di Danilo e trova un varco sul palo lontano. Contro l’Empoli, sfrutta un corner di Asllani per saltare più in alto di tutti e schiacciare di testa. Ma è in Champions League che questa sua qualità ha raggiunto l’apice: nella fase a gironi, nel memorabile 3-3 di Barcellona, firma una doppietta da opportunista d’area, prima con una sforbiciata su sponda di Acerbi e poi con un colpo di testa sporcato da un difensore. A questo si aggiunge la rete contro la Lazio in campionato, un terzo tempo imperioso su cross da punizione di Calhanoglu, con cui sovrasta fisicamente il suo marcatore.


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L’UOMO DELLE ACROBAZIE E DEI TAP-INSe i calci piazzati ne hanno esaltato la potenza fisica, Dumfries ha dimostrato di avere anche un istinto da rapace e un coraggio da acrobata. Il suo gol più spettacolare arriva nella semifinale di Supercoppa contro l’Atalanta: su una sponda aerea di Bisseck, si coordina in una rovesciata acrobatica che non lascia scampo al portiere, un gesto tecnico e di forza che ha segnato la partita. A questo si unisce la sua abilità nel farsi trovare pronto sulle respinte: nel recupero di campionato contro il Bologna, è il più lesto di tutti a ribadire in rete a porta vuota un tiro di Dimarco parato dal portiere, dimostrando una fame e una prontezza da attaccante puro.

NON SOLO GOL: L’IMPATTO IN TRANSIZIONE E COME ASSIST-MANL’evoluzione di Dumfries non si è limitata alla finalizzazione. È stato un fattore determinante anche nelle transizioni offensive, grazie alla sua strapotenza fisica in campo aperto. La sua rete da fuori area contro l’Atalanta in Supercoppa, un piatto destro che bacia la traversa al termine di una ripartenza fulminea, ne è la prova più lampante. Ma forse il suo contributo più significativo come uomo-squadra è l’assist che ha fornito a Lautaro Martinez nella decisiva trasferta di Barcellona in Champions. Un’azione corale perfetta, in cui recupera palla sulla trequarti e serve all’argentino un pallone solo da spingere in rete a porta vuota. Quella giocata riassume la sua stagione: non più solo un esterno di corsa, ma un giocatore completo, maturo e decisivo, un pilastro inatteso ma fondamentale nei successi dell’Inter.

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