ESCLUSIVA PSB – Freda (Prima Tivvù): “L’Avellino deve crescere, ma questa squadra ha carattere. L’obiettivo? Consolidare la categoria” | OneFootball

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·17 de setembro de 2025

ESCLUSIVA PSB – Freda (Prima Tivvù): “L’Avellino deve crescere, ma questa squadra ha carattere. L’obiettivo? Consolidare la categoria”

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Giornalista di Prima Tivvù, nota emittente campana e punto di riferimento per gli aggiornamenti riguardanti l’Avellino, Michelangelo Freda è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare – inevitabilmente – dei Lupi.

L’estate dell’Avellino ha spesso posto i Lupi in una posizione assolutamente centrale nel racconto della Serie B che ci preparavamo ad analizzare. Il calcio d’inizio è arrivato, l’annata è partita e con essa le prime sensazioni. Cosa ci hanno detto sugli irpini le tre giornate finora disputate?


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“L’Avellino è una squadra che deve crescere, lavorare e comprendere sia il suo potenziale che la nuova dimensione nella quale si trova. La prima giornata, quella del blackout contro il Frosinone, probabilmente potrebbe aver manifestato proprio quest’ultima necessità: i Lupi mancavano in Serie B da sette anni, in campo c’erano tanti ragazzi giovani e, in misura più ampia, profili senza esperienza in cadetteria. Poco a poco è venuto fuori il carattere che invece anima questa squadra: gli irpini sono tosti, arcigni, in grado di portare in campo lo spirito del proprio allenatore. Abbiamo visto la capacità di giocare e attaccare di questo gruppo, perché i biancoverdi non speculano, anzi. I miglioramenti si sono tra l’altro visto nell’ultima sfida contro il Monza, che a onor del verso si è presentato al Partenio con un po’ di puzza sotto il naso. L’approccio è stato importante e la vittoria fondamentale. La Serie B, ad ogni modo, è un campionato imprevedibile, dove l’equilibrio è fondamentale perché i ribaltamenti sono dietro l’angolo”.

Scendiamo in campo: l’Avellino visto contro Modena e Monza, al netto degli episodi delle rispettive gare, si è dimostrato una squadra pulita nella prima costruzione, tatticamente accorta e organizzata lato sensu. Forse il margine di crescita è nell’incisività in zona rifinitura e nella capacità di saper azionare al meglio gli attaccanti. Concordi?

“Accolgo la tua analisi e aggiungo: l’Avellino farà mercato a novembre. Argomento per non generare confusione: dico così perché rientreranno Tutino, Favilli e lo stesso Patierno, per il quale dovrebbero volerci ancora alcune settimane. I Lupi orchestrano bene la manovra, ma al momento non sono a disposizione le prime linee con le quali si desiderava affrontare il campionato, ovvero i tre calciatori poc’anzi citati, chiaramente senza nulla togliere a chi ne sta prendendo il posto. Concordo con quanto hai detto nella domanda: manca la giocata negli ultimi metri, ma questo – secondo me – è dovuto dal fatto che chi scende in campo è chiamato a carburare sempre maggiormente e, al contempo, sono necessarie alcune modifiche rispetto all’assetto tattico che era stato studiato in estate. Biasci, a tal proposito, è stato un innesto importante: parliamo di un rifinitore di qualità, che potrà dunque valorizzare maggiormente gli attaccanti compagni di reparto. Il mordente offensivo è il margine di miglioramento che, in questo momento, l’Avellino deve colmare con il lavoro: contro il Monza sono arrivati appena due tiri in porta e, fortunatamente, due gol”.

Sono arrivati tanti giocatori, a detta del sottoscritto tutti talentuosi, ma la percezione che mi accompagna è che il ruggito sia arrivato soprattutto con l’operazione Tutino. Le condizioni fisiche dell’attaccante, purtroppo, non gli consentiranno per le prossime 4-6 settimane di poter scendere in campo, in virtù del nuovo intervento alla caviglia cui è stato sottoposto proprio ieri. Un tema che il suo agente ha approfondito ai vostri microfoni. Qual è la tua opinione in tal senso?

“Qui apriamo un vaso di pandora gigantesco. Giuffredi ha parlato chiaro: si tratta di un problema che nasce da errori compiuti durante la precedente operazione. Tutino è un giocatore di valore, che può fare bene all’Avellino ed Avellino. Detto ciò, una situazione del genere fa storcere un po’ il naso, perché l’attaccante dovrà saltare divere partite. Era un’evoluzione un po’ difficile da prevedere, perché erano arrivati diversi feedback positivi sulle condizioni del ragazzo e i fastidi erano stati rubricati a un naturale assestamento post operatorio. La fonte di ciò, tra l’altro, era il medico del Liverpool, che manifestò cotanta serenità in quel di Pisa. Un altro specialista ha poi manifestato un parere contrario a tutto ciò, e il quadro si è incrinato. L’Avellino è una neopromossa, non avrebbe mai potuto mettere nero su bianco operazioni come quella, ad esempio, del Venezia con Adorante, dunque servivano calciatori con un mercato diverso e dalle richieste economiche più contenute. Tutti ci auguriamo che Tutino rientri quanto prima e sia a completa disposizione dell’allenatore”.

Concedimi una domanda con eventuali riflessi polemici: Biancolino, ai microfoni di Prima Tivvù, ha dichiarato che non si sarebbe aspettato di cambiare quattro campi nel corso della preparazione estiva. Un tema, quello delle superfici cambiate, menzionato anche da Giuffredi proprio per parlare della situazione di Tutino. Come vanno prese queste parole?

“Personalmente credo che le parole del tecnico abbiano una ratio più che condivisibile. Cambiare tanti terreni di gioco, soprattutto quando passi dal naturale di Rivisondoli a tre campi sintetici, genera diverse risposte da parte dei muscoli. Fattispecie che si amplifica quando parliamo di rettangoli verdi nuovi, ci mancherebbe, ma non di ultima generazione. È difficile riscontrare in provincia di Avellino un campo idoneo alla Serie B. Non può essere un caso, dunque, che i primi infortuni patiti dall’Avellino siano stati tutti muscolari. Quello di Favilli, ad esempio, nasce come problema muscolare. La decisione di procedere con l’operazione è stata successiva e collegata alla patologia di cui soffre il ragazzo, ma l’infortunio nasce anche a causa dei campi che la squadra ha alternato. Svantaggioso per l’Avellino è stato l’estremo ritardo dei lavori portati avanti da Comune e Regione, ergo il club non ha avuto una propria base sulla quale allenarsi, situazione che ha poi portato all’itinerario tra Montella e Atripalda di cui abbiamo parlato, che ha sicuramente condizionato la preparazione atletica dei singoli calciatori. Al Sud mancano strutture idonee e centri sportivi appropriati”.

La più classica delle conclusioni: cosa bisognerà aspettarsi da questa squadra?

“Il presidente parla di consolidamento, io ho sempre menzionato la salvezza, ma probabilmente il termine più corretto è quello del numero uno del club. Consolidare la categoria vuol dire salvarsi, certo, ma contestualmente gettare delle basi per costruire un futuro in Serie B in grado di generare frutti economici e sportivi. Il percorso dell’Avellino dovrà essere quello di una neopromossa, con il primo obiettivo appena descritto e ricordandosi, chiaramente, che l’appetito vien mangiando. La cosa essenziale nel calcio è il risultato: i biancoverdi dovranno essere concreti, lottare, rispecchiare lo spirito di Raffaele Biancolino. C’è da aggiungere un punto importante: il tifoso irpino dovrà imparare a tollerare la sconfitta. Questa squadra è stata per anni una prima della classe in Serie C, ora è chiaro che il discorso da fare sarà diverso: servirà la compattezza necessaria a non disgregare quanto di bello è stato costruito”.

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