Guarin racconta il suo momento più buio: «Ho toccato il fondo e ho tentato il suicidio 3 volte, i miei compagni all’Inter hanno provato ad aiutarmi ma…» | OneFootball

Guarin racconta il suo momento più buio: «Ho toccato il fondo e ho tentato il suicidio 3 volte, i miei compagni all’Inter hanno provato ad aiutarmi ma…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·21 de dezembro de 2025

Guarin racconta il suo momento più buio: «Ho toccato il fondo e ho tentato il suicidio 3 volte, i miei compagni all’Inter hanno provato ad aiutarmi ma…»

Imagem do artigo:Guarin racconta il suo momento più buio: «Ho toccato il fondo e ho tentato il suicidio 3 volte, i miei compagni all’Inter hanno provato ad aiutarmi ma…»

L’ex centrocampista dell’Inter, Fredy Guarin, ha raccontato un momento buio attraversato nel quale avrebbe pensato anche al suicidio

In una toccante intervista al Corriere della Sera, l’ex centrocampista Fredy Guarín ha svelato i demoni del suo passato. Il colombiano ha confessato che la sua dipendenza dall’alcol è iniziata proprio durante la militanza nei nerazzurri, scatenata da crisi familiari. Nonostante il tentativo di aiuto da parte di bandiere come Javier Zanetti e tecnici come Roberto Mancini, il giocatore ha toccato il fondo tentando tre volte il suicidio, salvandosi solo grazie a un duro percorso di riabilitazione.


Vídeos OneFootball


LA DISCESA NELL’INFERNO – «Ho bussato alle porte dell’inferno. Ho dovuto toccarle per rinascere. Dico sempre che strade come quella dell’alcolismo hanno quattro destinazioni: l’abbandono, l’ospedale, il carcere, la morte. Il mio malessere è iniziato durante i miei ultimi mesi all’Inter. Ho iniziato a bere. Ma l’alcol non era il vero problema».

IL DOLORE FAMILIARE – «Stavo male per la mia situazione familiare. Mi stavo separando dalla mia ex moglie, vivevo in un’altra casa ed ero lontano dai miei bambini. Non lo accettavo. L’alcol era un tentativo di rispondere al mio malessere, un rifugio dove nascondermi».

L’AIUTO DALL’INTER – «Gli altri sì, io no. Zanetti, Stankovic, Mancini, Icardi, Cordoba e altre persone dell’Inter cercavano di aiutarmi, ma il mio problema ormai era già troppo grande, difficile da controllare. Per questo motivo ho dovuto lasciare l’Italia».

IL PUNTO PIÙ BASSO E LA RINASCITA – «Ho pensato di suicidarmi. E tre volte ho provato a togliermi la vita. Dio mi ha salvato. Ho telefonato alla mia psicologa e al mio agente per chiedere aiuto. Mi hanno portato in una fondazione. Lì è iniziata la mia partita più importante. Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto. Ho smesso di bere. Per due mesi mi sono svegliato alle sei di mattina e per tutto il giorno seguivo sessioni di allenamenti o facevo incontri con psicologi e psichiatri. Poi mi è stato fatto un programma riabilitativo. Non ho più smesso di seguirlo. Mi ha salvato».

Saiba mais sobre o veículo