PianetaSerieB
·31 de dezembro de 2025
I 5️⃣ migliori portieri della Serie B nel 2025

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Solitamente viene fin troppo sottovalutato e bistrattato, ma il portiere è uno dei ruoli più cruciali e importanti di tutto il gioco del calcio. Il bisogno di avere un estremo difensore affidabile e “propenso al miracolo” si amplifica soprattutto nelle serie minori, dove le partite sono nettamente più aperte ed imprevedibili rispetto alle altre categorie. La possibilità di subire gol è aumentata esponenzialmente, mentre a livello diametralmente opposto i clean sheet sono diventati sempre più merce rara.
Nel 2025 di Serie B abbiamo avuto modo di ammirare voli pindarici e parate dal coefficiente di difficoltà altissimo, ma secondo Pianeta Serie B solo cinque tra i portieri cadetti hanno dimostrato capacità, ma soprattutto una costanza maggiori rispetto ai colleghi. Di seguito la nostra personale classifica.
Il glow-up del portiere classe 1999 è sotto gli occhi di tutti e non ha bisogno di presentazioni: dall’essere il terzo portiere della Fiorentina, Cerofolini ha dimostrato al calcio italiano di sapersi destreggiare ottimamente in Serie A e di poter gestire alla grandissima la titolarità in Serie B. Sulla salvezza insperata del Frosinone c’è inevitabilmente il suo zampino, mentre a Bari devono solo ringraziarlo se non si trovano ancora ad annegare in zona retrocessione. Chiude l’anno solare con 51 reti subite in 36 partite (23 con il Frosinone e 28 con il Bari) e 7 porte inviolate; difficile fare meglio in situazioni così delicate.
Per descriverlo basta una sola parola: garanzia. Pigliacelli è sempre stato sinonimo di affidabilità, ma da quando è arrivato a Catanzaro sembra che abbia compiuto un ulteriore passo in avanti a livello di responsabilità e prodezze, mantenendo comunque quel pizzico di sana follia che rende i portieri quello che sono (a Empoli si sono accorti che il vizio delle “scampagnate” fuori area non lo ha ancora perso…). L’anno solare di Pigliacelli si conclude con 48 reti subite in 39 partite (29 nella passata stagione compreso di playoff e 19 in questa) e 12 porte inviolate, ma sono le statistiche che interessano di meno: la dimensione del lavoro di Pigliacelli la dà il fatto che, da quando c’è lui a difendere la porta del Catanzaro, i giallorossi si sono consolidati in piazzamenti playoff quando tutti pensavano ad un ridimensionamento delle ambizioni.
Il discorso da fare su Fulignati è molto più ampio: l’estremo difensore classe 1994 è esploso relativamente tardi, ma da quando ha raggiunto i vertici del nostro calcio ha dimostrato qualità di leadership innate. Dopo il “mezzo miracolo” di Catanzaro, la scelta di sposare il progetto Cremonese è stata giudicata dai più come scellerata: il verdetto di fine stagione, invece, ci ha raccontato che una fetta della clamorosa promozione grigiorossa è da attribuire proprio a Fulignati. Non tanto per particolari interventi da stropicciarsi gli occhi, quanto per la concretezza e la capacità di gestire i momenti. Il ritorno ad Empoli per tentare un’altra impresa dal sapore speciale si sta rivelando più complicata del previsto, e anche il portiere toscano ne ha risentito inizialmente; la prestazione sfornata a Mantova, però, è di buon auspicio per un ritorno a stretto giro sui suoi standard di rendimento. Per dovere di cronaca comunichiamo che Fulignati conclude l’anno con 50 reti subite in 40 partite (26 con la Cremonese compreso di playoff e 24 con l’Empoli) e 9 porte inviolate, ma diciamo che questi numeri sono secondari rispetto all’incredibile e impronosticabile promozione lombarda.
Jonathan Klinsmann è, senza ombra di dubbio, il portiere che ruba maggiormente l’occhio in tutta la cadetteria; sicuramente è il più scenico, con la sua baldanza da due metri di uomo che si contrappone alle esultanze eccessivamente pacate in seguito alle parate da Superman. Insomma, un mix perfetto tra un gentleman inglese e il classico showman americano. Jonathan Klinsmann, in questo anno, si è preso una grande rivincita nei confronti dell’opinione pubblica: quando tutti lo additavano come raccomandato, lui è rimasto in silenzio, ha lavorato e ha dimostrato che non è solo il “figlio di Jürgen”. Una volta strappata la titolarità a Pisseri, il gigante a stelle e strisce ha condotto il Cesena ad una qualificazione ai playoff con un girone di ritorno da paura; in molti pensavano che i flirt estivi con il Palermo lo avrebbero destabilizzato, ma Klinsmann è rimasto settato e, se possibile, ha innalzato il suo rendimento, contribuendo alla posizione da fantascienza occupata attualmente dai bianconeri, che sono a strettissimo contatto con quelle che dovevano essere le “ammazza-campionato”. Klinsmann chiude il suo personale 2025 con 40 reti subite in 36 partite (20 nella passata stagione compreso di playoff e 20 in questa) e 8 porte inviolate; numeri da capogiro dell’annata formidabile di un portiere formidabile. Ah, quasi ci si stava per dimenticare dei 2 rigori parati contro Salernitana e Palermo…
Se Klinsmann non si trova in cima a questa classifica è per “colpa” di un collega altrettanto bravo, ma probabilmente un pizzico più concreto. Perché lo sappiamo bene: nel calcio noi italiani abbiamo sempre badato al sodo, lasciando la spettacolarità e i fuochi d’artificio agli altri. Ad un 4-3 abbiamo sempre preferito un 1-0, così come apprezziamo maggiormente parate efficaci e un clean sheet ad una serie di miracoli seguiti da una papera che può costarti la partita. L’efficacia è il motto di Demba Thiam: il portiere senegalese non è propriamente bellissimo da vedere, lo stile andrebbe un po’ sgrezzato e pure il gioco con i piedi. Di contro, però, è tremendamente efficiente: la squadra che ha la fortuna di averlo in porta matematicamente subirà una quantità irrisoria di gol. E questo indipendentemente dagli obiettivi di club, perché non è assolutamente un caso che la Juve Stabia sia stata la quinta miglior difesa lo scorso anno e che il Monza sia attualmente la seconda squadra meno battuta della Serie B. Così come non è un caso che le Vespe abbiano raggiunto i playoff da neopromossa e che i biancorossi siano secondi in classifica. Thiam conclude l’anno solare con 36 reti subite in 39 partite (22 con la Juve Stabia compreso di playoff e 14 con il Monza) e 13 porte inviolate; la media inferiore ad un gol preso per gara è una cosa fuori dal normale. Se cerchi una certezza, vai sul sicuro e scegli Demba Thiam. Finora non se n’è pentito nessuno.









































