Ibrahimovic: «Sono io l’architetto del PSG. Champions? Si parla più del fatto che io non l’ho vinta di chi ci è riuscito» | OneFootball

Ibrahimovic: «Sono io l’architetto del PSG. Champions? Si parla più del fatto che io non l’ho vinta di chi ci è riuscito» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcionews24

Calcionews24

·08 de outubro de 2025

Ibrahimovic: «Sono io l’architetto del PSG. Champions? Si parla più del fatto che io non l’ho vinta di chi ci è riuscito»

Imagem do artigo:Ibrahimovic: «Sono io l’architetto del PSG. Champions? Si parla più del fatto che io non l’ho vinta di chi ci è riuscito»

Ibrahimovic: «Sono io l’architetto del PSG. Champions? Si parla più del fatto che io non l’ho vinta di chi ci è riuscito»: Le dichiarazioni

Zlatan Ibrahimović, nella sua nuova veste di Senior Advisor per RedBird Capital, azionista di maggioranza del Milan, è stato uno dei protagonisti più attesi alla riunione dell’ECA (European Club Association), che da oggi a Roma ha assunto la nuova denominazione di EFC (European Football Clubs). L’ex campione svedese ha concesso ai giornalisti un’ampia intervista, spaziando dai ricordi della sua carriera ai temi più attuali del calcio mondiale, senza mai rinunciare al suo stile inconfondibile.

L’Italia, la Juventus e la lezione di Capello

Il legame di Ibra con il nostro Paese rimane profondo e viscerale. «Il 70% della mia carriera si è svolta qui e ho giocato nei tre club principali e sono ancora oggi al Milan: l’Italia è la mia seconda casa. Quando sono arrivato qui la Serie A era il campionato più importante del mondo. Ero giovane e non avevo tanto rispetto verso gli altri, volevo impormi».


Vídeos OneFootball


Un capitolo fondamentale di questa storia è stata la Juventus, il suo primo impatto con il grande calcio italiano. «Alla Juventus è stato fantastico, arrivavo dall’Ajax e ho visto giocatori come Buffon e Cannavaro. Tutte grandi stelle, la settimana prima giocavo alla Playstation con quei giocatori poi me li sono trovati negli spogliatoi. Non ero emozionato e volevo dimostrare perché mi avevano scelto».

A forgiarlo in bianconero fu un maestro come Fabio Capello, una figura cruciale per la sua crescita. «E’ una leggenda del calcio. Quando ho visto il mio nome su La Gazzetta dello Sport ho pensato che le cose stessero diventando serie. Ho incontrato Capello e gli ho detto ‘buongiorno’ poi lui ha messo via il giornale ed è uscito senza salutarmi. L’ha fatto per insegnarmi a chiedere rispetto». Di quell’allenatore, Ibra ammirava soprattutto il metodo. «Che cosa mi piaceva di lui? Il rispetto del gruppo che lui aveva. C’era una squadra di campioni, ma lui era esigente con tutti e aveva una grande disciplina. Ti faceva salire sulle stelle e poi ti rimandava alle stalle. In quel modo mi aiutava a tirare fuori il meglio da me stesso. Da un essere normale sono diventato un animale da area di rigore».

L’Architetto del PSG e le sfide della carriera

Nel suo lungo percorso, Ibra ha lasciato il segno ovunque, in particolare a Parigi, dove si attribuisce un ruolo centrale nella crescita del club. Dopo una battuta su una squadra italiana che non ha voluto nominare per non inimicarsi un amico («mi deve dare un passaggio a casa (ride, ndr)»), ha parlato del PSG«Ho giocato con le principali squadre in Europa, anche col PSG. Ho visto tutto il progetto di quel club e dico che sono l’architetto di quella squadra. Abbiamo visto quello che era prima e quello che è diventato oggi. La sfida sta di andare a giocare in un’altra squadra per mettersi in discussione».

Il Calcio Moderno: Nuova Champions e Stipendi

Ibrahimović ha promosso a pieni voti il nuovo format della Champions League. «Ci sono club più piccoli che hanno la possibilità di partecipare alla Champions e giocare contro più squadre, non solo tre. È un’esperienza straordinaria… Da ex calciatore a me interessa giocare il più numero possibile di partite. Penso che più si giochi e meglio è. Ma vanno tutelati i giocatori e bisogna creare un calendario sostenibile… L’idea della nuova Champions è una grande idea, ai tifosi non interessano gli allenamenti ma le partite».

Sull’argomento ingaggi, il suo consiglio ai giovani è diretto. «Cosa consiglierei ad un giovane giocatore? Di diventare milionario! Se considero i compensi attuali giusti? Non è questo il problema. Nessun essere umano ha un valore monetario. Si è creato per i manager, anni fa un manager mi ha detto ‘più paghi più hai bisogno’. Poi dipende dalla situazione, se una società ha necessità di un giocatore è disposta a pagarla di più. Poi diventa una sorta di effetto domino».

Il nuovo capitolo al Milan e la Champions “maledetta”

Infine, una riflessione sulla sua nuova vita da dirigente e sulla Champions League, il grande trofeo che manca nel suo palmarès. «Io sono un consulente del Milan ma lavoro con un team straordinario. È un capitolo diverso perché non ho la stessa adrenalina, per questo vado in palestra ogni giorno. Sono più in forma adesso. Imparo tanto in questa nuova veste e capisco nuovi aspetti del gioco».

Con il Milan fuori dalla competizione, Ibra ha le idee chiare sul tifo. «Il Milan non è in Champions e tiferò per le squadre con cui ho giocato. Nasser Al-Khelaifi mi ha detto che si vince la Champions quando non te lo aspetti… Io non ho mai vinto la Champions e si ricorda più questo fatto che il 90% di quelli che l’hanno vinta. Mi ha fatto piacere quando l’ha vinta il PSG. Ripetersi due volte è difficile».

Saiba mais sobre o veículo