
Zerocinquantuno
·30 de maio de 2025
Italiano val bene un super ingaggio: il suo nome già accanto ai più grandi della storia rossoblù

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·30 de maio de 2025
«Una palla data a Italiano è come se fosse messa in banca», diceva Cesare Prandelli quando lo allenava a Verona, sicuro com’era che il suo mediano di fiducia non si sarebbe mai fatto sradicare la sfera dai piedi. I tempi cambiano e l’oggetto di contesa non è più quella palla ma lo stesso Vincenzo, ovvero l’allenatore più richiesto della Serie A, almeno fino a ieri, visto che il rinnovo di contratto col Bologna l’ha tolto dalla vetrina fino a giugno prossimo (in un sistema calcio che ormai tratta i tecnici come pedine). Il pallone, insomma, continuerà ad essere lanciato da Italiano verso la Curva Andrea Costa, com’è capitato molte volte quest’anno dopo ogni vittoria. Chi conosce bene il mister sa che non si tratta solo di un gesto liberatorio, ma di un vero e proprio rito. E quanto siano importanti questi gesti lo dice la sua carriera, tutta punteggiata di abitudini piccole ma irrinunciabili. A Trapani ricordano ancora la lavagna sulla quale fece scrivere «Nessun limite, solo orizzonti», firmando ‘Staff tecnico’ per porre l’accento sul lavoro del collettivo. Dopo la storica promozione in Serie B dei siciliani, la società trasformò la lavagna in un cimelio permanente, collocandola nella sala stampa dello stadio. A La Spezia, invece, Italiano si alleò con un amuleto ereditato dal suo predecessore, un elmetto della Seconda guerra mondiale che era stato ritrovato vicino al porto dallo storico magazziniere dei liguri. Si diceva che portarlo nello spogliatoio prima di una partita facesse sentire tutti un po’ in trincea. La metafora piacque anche a Vincenzo, che una volta trasferitosi alla Fiorentina si fece spedire la foto dell’elmetto. Ma il vero feticcio di Italiano sta forse in un’altra foto, che per un paio d’anni ha campeggiato sullo sfondo del suo telefono: è l’immagine di Johann Cruijff bambino che palleggia davanti al negozietto di frutta e verdura del padre, il simbolo del genio che nasce dalla strada e deve diventare adulto in fretta per sopravvivere. Il babbo del futuro campione aveva un occhio di vetro, e sfidava i clienti a chi resisteva di più guardando il sole, così si copriva con una mano l’occhio buono e intascava sempre la scommessa. E a proposito di scommesse, noi avremmo puntato la casa sulla permanenza di Italiano, l’opposto ontologico di Thiago Motta. Dalla prossima stagione guadagnerà quasi 3 milioni netti a stagione. Tanti? Forse. Di sicuro un record. Con quest’ingaggio sarà il tecnico più pagato nella storia del Bologna. Ma del resto, a vincere un trofeo al primo anno di permanenza sotto le Due Torri non ci erano riusciti né il mago del calcio mitteleuropeo Hermann Felsner, né il genio visionario Arpad Weisz, e nemmeno il professor Fulvio Bernardini, ovvero i tre più grandi allenatori della storia del BFC. Il nome di Italiano è già degno di stare loro vicino, in un ideale Hollywood Boulevard rossoblù.
Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)