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·19 de novembro de 2024
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Francois Letexier è uno dei giovani arbitri più promettenti del panorama internazionale. Ha diretto l’ultima finale degli Europei, a 35 anni ancora da compiere, e ha vinto il premio Giulio Campanati.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il direttore di gara francese ha svelato alcuni dei suoi segreti: “Sono sincero, non c’è un arbitro in particolare al quale mi ispiravo. Noi direttori di gara guardiamo le partite con occhi speciali, non come tifosi: ci concentriamo sull’arbitro, sulla sua posizione, su come sta vicino all’azione e sul suo linguaggio. La mia fonte di ispirazione quando ero piccolo sono stati tutti i grandi direttori di gara della Champions League“.
Sulla sua esperienza da calciatore: “Per 4-5 anni ho giocato, poi a 14 anni mi si è presentata l’occasione di iniziare ad arbitrare. È una cosa che mi è subito piaciuta“.
Sul VAR: “Per noi è uno strumento utile. Filosoficamente non ha cambiato il nostro modo di arbitrare perché noi anche prima dell’introduzione del Var facevamo sempre il massimo per dirigere bene un incontro e per prendere le giuste decisioni, ma se commettevamo un errore in campo, quello rimaneva. Sapete quante brutte notti ho passato ripensando alle decisioni sbagliate che avevo preso? Adesso tutta la categoria degli arbitri sa di avere alle spalle… un paracadute d’oro che può correggere episodi non valutati nel modo giusto. È tutto diverso rispetto a prima“.
E ancora: “Le statistiche dicono che il Var corregge il 75-80% degli errori ovvero 8 decisioni su 10 vengono trasformate da sbagliate in corrette. Senza il Var gli errori erano più frequenti. Paradossalmente però, la tolleranza delle persone era più alta prima rispetto ad adesso. Anzi, ora la tolleranza è troppo bassa, quasi zero, perché si pensa che il Var possa eliminare del tutto gli errori. Purtroppo non è possibile“.
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