Inter News 24
·13 de outubro de 2025
Mkhitaryan racconta la rivoluzione post finale di Istanbul: «Osservavamo con preoccupazione, poi sull’addio di Lukaku…»

In partnership with
Yahoo sportsInter News 24
·13 de outubro de 2025
Dal suo libro autobiografico, il centrocampista Henrikh Mkhitaryan racconta come è nata l’Inter della Seconda Stella. Dopo la delusione della finale di Champions League persa a Istanbul, l’armeno descrive una vera e propria rivoluzione estiva, con tantissimi addii eccellenti (da Onana a Brozovic, fino a Dzeko e Lukaku) e molti volti nuovi.
Nello spogliatoio, ammette, c’era grande preoccupazione: i giocatori non capivano il senso di smantellare un gruppo così unito e vincente. Nonostante i dubbi, la squadra scelse di fidarsi delle rassicurazioni del tecnico Simone Inzaghi e della società.
Una fiducia ripagata: Mkhitaryan conclude che il nuovo mix di giovani ed esperti, senza gelosie o primedonne, creò un gruppo ancora più forte di quello dell’anno precedente. Inzaghi, definito un “alchimista”, trovò la formula giusta per guidare la squadra alla conquista dello storico ventesimo Scudetto.
LA RIVOLUZIONE DOPO LA FINALE DI ISTANBUL – «Si stava preparando una rivoluzione rumorosa. Non sapevamo cosa ci riservasse il futuro. L’abbiamo scoperto man mano, tra cessioni e acquisti, arrivi e partenze: al principio della stagione 2023/24 assomigliavamo a un enorme puzzle di mercato. In uscita tre portieri (Onana, Handanovic e Cordaz) e in entrata altrettanti (Sommer, Audero e Di Gennaro). Dentro Bisseck, Pavard, Carlos Augusto, Cuadrado, Frattesi, Arnautovic’, Thuram, oltre al rientro di Sánchez. Fuori D’Ambrosio, Skriniar, Brozovic ,Gagliardini, Gosens, Dzeko, Lukaku. Con Dzeko ceduto per far posto a Lukaku, che poi ha deciso di non vestire la nostra maglia (e, sulla sua scelta, preferisco non aggiungere una sola altra parola)».
L’UMORE DELLO SPOGLIATOIO – «Dallo spogliatoio osservavamo il frenetico andirivieni di compagni: alcuni diventavano ex, altri nuovi. C’era preoccupazione, ci chiedevamo che senso avesse smantellare e poi rifare un gruppo affiatato e unito, in crescita, che stava ottenendo risultati. Che aveva appena rischiato di vincere la Champions League. Non capivamo, allo stesso tempo non chiedevamo. Però, tendevamo a fidarci di Inzaghi e della società, delle loro rassicurazioni, che di tanto in tanto arrivavano. «Abbiamo scelto così, sarà un’Inter forte, ancora una volta». Avevano totalmente ragione».
LA SECONDA STELLA – «Il mix tra calciatori giovani ed esperti ha funzionato, il gioco degli incastri ha dato i suoi frutti, soprattutto eravamo tutti pronti ad aiutarci a vicenda. A imparare gli uni dagli altri, senza gelosie né primedonne. Inzaghi l’Alchimista, sul campo, ha trovato la formula giusta. E, con il passare del tempo, una verità mi è apparsa chiara: eravamo più forti della stagione precedente».