Spalletti raccontato dal suo ex preparatore dei portieri Bonaiuti: «La Juve si fidi di lui, è l’uomo giusto per tornare grandi. Vi svelo questo aneddoto…» | OneFootball

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·04 de novembro de 2025

Spalletti raccontato dal suo ex preparatore dei portieri Bonaiuti: «La Juve si fidi di lui, è l’uomo giusto per tornare grandi. Vi svelo questo aneddoto…»

Imagem do artigo:Spalletti raccontato dal suo ex preparatore dei portieri Bonaiuti: «La Juve si fidi di lui, è l’uomo giusto per tornare grandi. Vi svelo questo aneddoto…»

Spalletti è stato raccontato così da Adriano Bonaiuti, suo storico preparatore dei portieri. Le parole sull’attuale allenatore della Juventus

Adriano Bonaiuti ha un grande debito di riconoscenza verso Luciano Spalletti. Allo stesso modo, il tecnico toscano deve essere grato al suo storico preparatore dei portieri. L’uomo che ha affiancato Spalletti sul campo, il suo ambiente preferito, nelle avventure di Udinese, Roma e Inter. Bonaiuti, che ha indossato i colori della Juventus tra il 1989 e il 1991 (una singola apparizione in due anni, giunto a Torino per sostituire Bodini trasferitosi al Verona), ha cominciato il suo sodalizio nello staff di Spalletti nell’annata 2004-2005, culminata con la qualificazione dell’Udinese in Champions. L’approdo alla Roma fu una chiamata irrinunciabile anche per Bonaiuti, che fu fondamentale nella consacrazione di Doni, uno dei portieri più performanti in Serie A nel periodo giallorosso di Spalletti. Successivamente, Adriano si trasferì all’Inter nel 2013, selezionato dal club nerazzurro per sviluppare i portieri della prima squadra e, in parte, della Primavera. Rimase ad Appiano per un decennio, due anni dei quali trascorsi nuovamente con Spalletti (2017-2019). Le loro carriere si sono poi separate, ma tra i due è rimasta una forte stima reciproca. Ecco la sua intervista a Tuttosport.

SPALLETTI – «Pensi che i campi di allenamento dell’Udinese non avevano i riflettori. Li fece installare lui. Voleva tempo per lavorare, per mettere tutto nella giusta direzione, non aveva alcuna intenzione di essere rigoroso sugli orari in campo: andava avanti, sapeva che per ottenere il massimo in partita bisognava dare tutto in settimana. Aveva una fissa incontrollabile per i dettagli, abbiamo lavorato tantissimo con lui. Tutte le persone dello staff sono cresciute con Luciano: migliora ogni professionista col quale collabora».


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GESTIONE DI ICARDI ALL’INTER – «Luciano era stato molto diretto con Mauro. Lui le cose le dice, non c’è bisogno di fare tanti discorsi. O dentro o fuori. Non ha paura delle conseguenze, rischia anche in maniera estrema, ma se è convinto di una cosa lo fa solo per il bene dello spogliatoio. Senza simpatie o antipatie: Icardi sapeva che certe esternazioni pubbliche, anche non direttamente sue, potevano portare a dei cambiamenti del suo status. Ritengo che Spalletti abbia dato tanto all’Inter: è stato uno dei migliori allenatori degli ultimi anni lì, il tempo ha reso onore al suo lavoro».

ALLA JUVE TROVA SITUAZIONE SIMILE? «Non saprei, ma a vedere da fuori le due situazioni mi pare siano somiglianti. La Juve deve solo dargli tempo, ma sicuramente è l’uomo giusto per ripartire. Se i bianconeri vogliono tornare grandi devono fidarsi di Spalletti. Avete visto Koopmeiners in difesa? Ecco, Luciano e la tradizione delle intuizioni continua».

SI CONFRONTA CON LO STAFF – «Tantissimo. Il giorno dopo ogni partita, lascia che nella riunione ogni collaboratore dia la propria chiave di lettura. Si nutre delle opinioni degli altri, vive del dialogo quotidiano. Per questo ha sempre avuto uno zoccolo duro indistruttibile o quasi».

JUVE ULTIMO TRENO DI SPALLETTI – «So soltanto che è un grande treno: ha fatto benissimo a prenderlo in corsa. La Juve è la Juve».

DI GREGORIO – «DiGre aveva qualcosa dentro. Intanto, una determinazione feroce. Anno dopo anno è cresciuto tantissimo e adesso è il portiere della Juve non per caso: merita questa consacrazione, ha avuto la capacità di saper sfruttare ogni occasione. E un bel premio al suo spirito di sacrificio».

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