Calcionews24
·23 de julho de 2025
Torino, Biraghi: «Dobbiamo migliorare, ma è un percorso lungo! E vi dico cosa mi chiede Baroni»

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·23 de julho de 2025
Il riscatto di Cristiano Biraghi è stato tra le primissime operazioni di calciomercato del Torino nell’estate del 2025. L’esterno granata – arrivato all’ombra della Mole lo scorso inverno – è dal 24 di giugno a tutti gli effetti un tesserato dei granata. Protagonista del ritiro che vede in questi giorni la scuderia piemontese a Prato Allo Stelvio, il terzino è intervenuto in conferenza stampa. Sentiamo le dichiarazioni dell’ex Fiorentina raccolte direttamente dai cronisti presenti in Val Venosta.
La conferenza stampa di Cristiano Biraghi:
Buongiorno Biraghi, Come sta andando questa prima parte di ritiro?
«Tutto bene. Stiamo lavorando bene, mettendo carichi importanti sulle gambe e cercando di assimilare i concetti del nuovo allenatore. È un lavoro impegnativo, la stanchezza si fa sentire, ma siamo contenti perché stiamo cercando di costruire qualcosa di importante.»
A meno di un mese dal debutto, come vede la squadra?
«Ho una buona impressione. È inevitabile che ci siano dinamiche di mercato a luglio. Alcuni giocatori sono andati via, ma l’importante è concentrarci su chi è rimasto e lavorare con chi c’è. Dobbiamo fare il massimo, pensando solo a migliorare sul campo e ad assimilare le idee dell’allenatore. Tutti saranno utili da qui alla fine dell’anno. Non dobbiamo farci distrarre da quello che accade fuori, l’importante è essere pronti per la stagione.»
Le differenze con Baroni nelle fasi di gioco, offensiva e difensiva?
«Stiamo lavorando su un calcio di possesso, non passivo, e sul movimento. Baroni vuole che teniamo la palla e non rendiamo facili le cose agli avversari. Non ci sono richieste particolari per quanto mi riguarda, visto che ho avuto allenatori che giocavano in modo simile. L’importante è assimilare questi concetti al meglio.»
La squadra ha la mentalità giusta per arrivare in Europa?
«Il percorso, l’avevo detto, è lungo, non dura solo un mese o due. La mentalità in questo ritiro è ottima, ma fino a che non iniziano le partite non possiamo fare previsioni. L’obiettivo è migliorare rispetto allo scorso anno. Abbiamo la responsabilità di farlo e dobbiamo essere consapevoli che ogni partita è importante per fare uno step in più.»
Nel calcio spesso paga l’allenatore, si aspettava l’esonero di Vanoli?
«Nel calcio spesso paga una persona (l’allenatore, ndr), ma è giusto prendersi la responsabilità. Nell’ultimo mese e mezzo non abbiamo fatto quello che il Torino doveva fare, e questo lo sappiamo. È una scelta della società, ma noi, indipendentemente da chi è alla guida, dobbiamo dare il massimo e lavorare con entusiasmo per raggiungere gli obiettivi.»
L’arrivo del calcio arabo in Italia? Ne parlate tra voi?
«Il discorso è ampio, io posso risponderti per me. Il calcio in Arabia sta crescendo e sta attirando giocatori top, ma non credo che chi vada lì lo faccia solo per soldi. Io personalmente non guardo ai soldi come priorità, per me conta altro, ma ovviamente non dico che giocherei gratis. Ogni giocatore ha la sua visione e le sue priorità. Bisogna trovarsi dentro»
Ma Biraghi come si trovi a Torino?
«L’adattamento è stato positivo. L’anno scorso la mia famiglia non c’era e ho trascorso molto tempo tra il campo e casa, ma ora arriveranno anche loro. Torino mi piace, in particolare il centro e la cucina. È una città che posso vivere, l’importante è che la mia famiglia stia bene, e questa è stata la mia priorità.
Cosa ti aspetti dalla squadra quest’anno?
«Dobbiamo fare meglio rispetto alla fine dello scorso anno, non è solo una questione di risultati, ma di approccio. È come quando ti prepari per un esame, studi tanto, e poi all’esame devi dare il massimo. Così funziona anche nel calcio: lavoriamo durante la settimana, ma poi è fondamentale rendere in partita. Dobbiamo onorare il lavoro del presidente, dei tifosi e il nostro. Non è giusto fare delle figuracce.»
Perché secondo te non si è trovato subito il giusto equilibrio lo scorso anno?
«Non c’è mai una risposta univoca, perché ognuno vede le cose a modo suo. Però una cosa è certa: l’unica cosa che conta è il lavoro sul campo. Se non ti riesce un passaggio, lo devi fare 50 volte. È lì che si fa la differenza.»
Come si sente Biraghi a dover recitare un ruolo da leader dentro lo spogliatoio. Insieme ad altri elementi Zapata, Maripan o Vlasic?
«Sono stato capitano a Firenze. Ho un po’ di esperienza da questo punto di vista. Mi è sempre piaciuto aiutare i compagni, il team e la società, sempre e soltanto con l’obiettivo di portare alla crescita del collettivo. Non è un peso essere un leader dello spogliatoio. Il fatto di essere affiancato da gente come Zapata, Maripan e Vlasic è molto utile. Ci prendiamo questa responsabilità, abbiamo tutte le caratteristiche per dare il giusto supporto. In ogni squadra ci devono essere elementi di esperienza che possono dare un aiuto o un consiglio. Noi però non ci riteniamo superiori agli altri, ci mancherebbe. Su questo senso della responsabilità avevo già detto al direttore (Vagnati, ndr) a gennaio che non avrebbe preso soltanto un giocatore ma anche uno abituato a rompere le pa**e su tutto per migliorare la squadra.»