Juventusnews24
·21 de dezembro de 2025
Zhegrova luci e ombre: «Dà la sensazione di voler spaccare il mondo ma commette errori». La Gazzetta non gliene perdona uno in particolare: la pagella

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La vittoria della Juventus sulla Roma ha portato in dote tre punti pesantissimi e indicazioni importanti per il prosieguo della stagione, ma non tutti i protagonisti in maglia bianconera hanno convinto appieno la critica più severa. Se gli elogi per Francisco Conceição e Loïs Openda si sono sprecati sui giornali, il giudizio riservato a Edon Zhegrova da La Gazzetta dello Sport è decisamente più tiepido e ricco di chiaroscuri.
L’esterno kosovaro, subentrato nella ripresa con il compito preciso di sfruttare gli spazi aperti e chiudere i conti, ha vissuto una serata dai due volti, finendo sotto la lente d’ingrandimento per un atteggiamento tattico e mentale che non è piaciuto al quotidiano milanese, il quale gli ha assegnato un’insufficienza lieve ma significativa.
ZHEGROVA 5,5 – Dà la sensazione di voler spaccare il mondo, finisce fuori giri: il bello lo trasmette con la partecipazione al raddoppio, il peggio quando si fa soffiare il pallone da Wesley e Baldanzi ringrazia. Perchè fermarsi a chiedere il fallo?
L’analisi della “Rosea” fotografa perfettamente la dicotomia della sua prestazione allo Stadium. Da un lato c’è l’esuberanza tecnica e la voglia di incidere, che si è concretizzata nella partecipazione attiva all’azione che ha portato al momentaneo 2-0, mostrando lampi di quella qualità per cui è stato acquistato.
Dall’altro, però, pesa come un macigno l’errore di valutazione commesso in occasione del gol della Roma. La leggerezza nel farsi scippare il pallone da Wesley, unita alla scelta imperdonabile a questi livelli di fermarsi a protestare chiedendo un fallo inesistente (come confermato dalla moviola) invece di rincorrere l’avversario, ha permesso ai giallorossi di riaprire una gara che sembrava chiusa. Un peccato di ingenuità che Luciano Spalletti dovrà correggere in allenamento: il talento c’è, ma per diventare un fattore decisivo in una squadra che punta al vertice serve una maturità agonistica diversa. Non si può staccare la spina mentre il gioco prosegue, specialmente in un big match.









































