Allegri è tornato al Milan: rifondazione e tradizione nel nuovo corso rossonero. L’analisi di Ordine | OneFootball

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·6. Juli 2025

Allegri è tornato al Milan: rifondazione e tradizione nel nuovo corso rossonero. L’analisi di Ordine

Artikelbild:Allegri è tornato al Milan: rifondazione e tradizione nel nuovo corso rossonero. L’analisi di Ordine

Allegri è tornato al Milan con una missione ben precisa: riportare in primis ordine e disciplina. L’analisi di Franco Ordine

Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan, un ritorno che promette di segnare una svolta significativa per il club rossonero. La sua presentazione ufficiale è prevista per lunedì 7 luglio, ma già si percepisce l’aria di un nuovo ciclo, improntato sui valori e la tradizione milanista. Un editoriale di Franco Ordine sul Corriere dello Sport-Stadio offre una prospettiva approfondita su questo “secondo Allegri rossonero”, sottolineando le sue motivazioni e le ambizioni per il futuro del Milan.

Il paragone tra il “primo Allegri” e quello attuale è inevitabile e illuminante. Nel 2010, quando Adriano Galliani lo presentò a Silvio Berlusconi, Allegri era un tecnico emergente proveniente dal Cagliari. La sua prima esperienza al Milan, culminata nel 2014, lo vide inizialmente in un ruolo più defilato, attento a non oscurare il carisma presidenziale. Questo “secondo Allegri”, invece, arriva con un curriculum ben più ricco e un bagaglio di esperienze che lo hanno forgiato. Ha conquistato scudetti di fila con la Juventus, raggiungendo anche due finali di Champions League, un risultato che, come sottolinea Ordine, dovrebbe essere considerato sinonimo di eccellente lavoro. Anche le parentesi meno fortunate a Torino, legate alla gestione post-CR7 e al terremoto delle plusvalenze, hanno contribuito a renderlo un tecnico più completo e consapevole. La recente vittoria della Coppa Italia contro l’Atalanta e la veemenza mostrata in quell’occasione contro Giuntoli, denotano una grande motivazione che Allegri intende riversare sul campo.


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Un aspetto cruciale evidenziato da Ordine è la conoscenza approfondita che Allegri ha del Milan della passata stagione. Si dice che non abbia perso una sola partita, annotando pregi e difetti per correggere il tiro e costruire la sua nuova squadra. Questo denota una preparazione meticolosa e una chiara visione strategica. Il tecnico livornese ha già iniziato a muovere i primi passi concreti: ha potenziato il suo staff storico con l’ingresso di figure come Magnanelli e Corradi, ha anticipato il calendario dei raduni rispetto ad altre big (il Napoli si ritrova il 16 luglio, l’Inter il 23), e ha persino convinto Mike Maignan a restare, un segnale forte per la squadra e i tifosi.

L’obiettivo di Allegri non è inseguire uno stile di gioco che “piace alla gente che piace”, ma un traguardo ben più ambizioso e profondo: “fare di questo nuovo gruppo una squadra riportando alla luce i valori della tradizione milanista nei comportamenti dentro e fuori dal campo”. Questa frase, citata direttamente da Franco Ordine, racchiude l’essenza del progetto allegriano. Significa ricostruire non solo un assetto tattico vincente, ma anche un’identità forte, basata sui principi che hanno reso grande il Milan nella sua storia: dedizione, professionalità, rispetto, umiltà e un senso di appartenenza che va oltre il singolo. La sfida è enorme, ma le premesse sembrano indicare che Allegri sia l’uomo giusto per riportare il Milan ai vertici, forte di un’esperienza consolidata e di una chiara visione del futuro, radicata nel glorioso passato rossonero. La risposta alla domanda se ci riuscirà, come conclude Ordine, sarà affidata al campo.

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