Cagliarinews24
·11. November 2025
Boi: «Non è colpa di Mina se Morata getta la spugna. Quanto successo al Sinigaglia è sport nella sua essenza»

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Giuseppe Boi, firma de Il Tirreno, è tornato a parlare delle scaramucce tra Alvaro Morata e Yerry Mina nel corso di Como-Cagliari, match dell’11a giornata terminato a porte inviolato. In un post su Instagram, il giornalista ha affermato:
«IL BIMBOMINKIA MORATA E IL BULLO MINA? Se Morata getta la spugna, non si può farne una colpa a Mina. Uno dei mene che più gira dopo Como-Cagliari è lo spagnolo che piange davanti alla faccia cattiva, da bullo, del colombiano. Ma quello che è accaduto al Sinigaglia non è bullismo, ma sport nella sua essenza. E la narrazione imperante nel post partita non rende merito tanto a Mina quanto a Morata.
Qualcuno dimentica che il calcio è tanto sport di tecnica e contatto, quanto di confronto psicologico con l’avversario. Determinazione e forza mentale pesano quanto colpi ad effetto e muscoli. Non a caso i calciatori vengono valutati tanto per quanto sanno fare con il pallone tra i pedi, quanto per la loro struttura fisica e il carattere. Quest’ultima skill non ha un peso solo nei videogiochi. In un vero campo di calcio vale invece tantissimo, come tutti gli altri elementi psicologici che ruotano intorno a una partita.
Quando Morata ha alzato le braccia davanti a Mina, e chiesto la sostituzione a Fabregas, non si è comportato come un moccioso esasperato dal bullo. Ha capito di aver perso il duello con un difensore che lo ha dominato dal primo all’ultimo minuto (così come ha fatto tutto il Cagliari non concedendo al Como di finalizzare la sua enorme mole di gioco). E lo spagnolo ha capito anche di aver perso la battaglia dei nervi e rischiare che il giallo appena preso diventasse un rosso al prossimo duello in campo col colombiano.
Morata non si è comportato da bimbominkia ma da professionista, pensando anche a non lasciare la sua squadra in dieci. Così come non si può mettere in dubbio la professionalità di Mina tacciandolo da bullo. Ha usato le sue “armi” e lo ha fatto come si fa in un campo di calcio. Accusarlo di trash talking – che, ad esempio, nell’Nba è sublimato come un’arte – e chiedere agli arbitri di intervenire è una follia, almeno quanto annullare al var il gol di Palestra per un tocco a metà campo quando ormai l’azione si era sviluppata da tutt’altra parte».









































