Calcionews24
·8. November 2025
Serginho rivela: «Il dolore per la perdita di Diego è insopportabile, ma vivo per lui.Vittoria della Champions momento più alto. Zaccheroni? Un incubo»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·8. November 2025

L’ex leggendario esterno del Milan, Serginho, si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, ripercorrendo momenti della sua carriera, dalla perdita del figlio Diego alla Champions League vinta con i rossoneri, passando per aneddoti e retroscena indimenticabili.
PERDITA DEL FIGLIO – «Non si può spiegare a parole la ferita che ti lascia un dramma così. Non mi abituerò mai a parlare della morte di Diego. Da quando non c’è più ho rimesso in discussione tutte le certezze che avevo. È il dolore più forte che un essere umano possa sopportare. Oggi vivo per lui, sono sicuro che ci aspetta un’altra vita in cui staremo insieme per sempre. Aveva un dolore alla spalla, ma non capivamo. Era un atleta, faceva Jiu Jitsu. Gli facemmo fare delle analisi, erano perfette. Poi, in un paio di settimane, è peggiorato. Ma quasi improvvisamente. So che la colpa è del fumo: passava tutto il giorno a ‘svapare’ con la sigaretta elettronica. Era diventato un vizio».
VICINANZA DEI TIFOSI DEL MILAN – «Tantissimo. Ho sentito tanto affetto nel momento più difficile, non lo dimenticherò mai».
ARRIVO AL MILAN – «Pensi che il giorno prima era venuto a vedermi Carlo Ancelotti, che in quel periodo allenava la Juve: facemmo un’amichevole a Fortaleza con la nazionale brasiliana. Lui ai bianconeri segnalò me, Dida e Marcio Amoroso… poi però arrivò Braida e anticipò tutti. Mi convinse in dieci minuti. Si presentò accompagnato da Edinho, un ex difensore con più cento presenze in Serie A con l’Udinese, che faceva da intermediario e traduttore. Tempo un mese ed ero in Italia agli ordini di Zaccheroni».









































