Inter News 24
·11. November 2025
Stramaccioni analizza il campionato: «Chivu e Gasperini hanno cambiato la Serie A. Inter più completa, Roma da sogno»

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·11. November 2025

Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell’Inter e oggi opinionista di DAZN, ha analizzato per La Gazzetta dello Sport la sorprendente corsa in vetta tra Inter e Roma, soffermandosi sull’impatto dei rispettivi tecnici, Cristian Chivu e Gian Piero Gasperini, e sul potenziale delle due squadre.
IL PUNTO IN COMUNE TRA LE DUE SQUADRE – «In panchina: in questo primato c’è parecchio di Chivu e Gasperini. Cristian ha riportato entusiasmo, compattezza e ha arricchito uno stile di gioco ereditato integrandolo con le sue idee, ma senza mai stravolgerlo. Nella Roma l’impronta di Gasp è molto forte: i suoi principi di pressione, di intensità e verticalizzazione sono evidenti. Credo che sia l’allenatore più impattante sullo stile di gioco di una squadra negli ultimi 15 anni, dal Genoa all’Atalanta fino a questa Roma».
IL PERCHÉ DEL PRIMATO – «Il nostro campionato ha sempre avuto un debole per i grandi numeri difensivi… La Roma ha insieme all’Arsenal la miglior difesa d’Europa, grazie a una fase di non possesso granitica e al contributo dei singoli: Svilar è il miglior portiere della A, Mancini sta giocando a livelli straordinari. L’Inter è l’unica italiana di vertice a trovare con continuità i gol degli attaccanti, e in un campionato in cui quasi tutti hanno il problema dei gol delle punte non è poco. E non dimentichiamo Calhanoglu, tornato a livelli spaziali e oggi capocannoniere».
IL VERO PUNTO DI FORZA DELL’INTER – «La dimensione internazionale. Le sfide europee degli ultimi tre anni portano un’enorme consapevolezza che rende la squadra convinta di poter battere chiunque giocando al massimo: è una forza mentale che in Italia oggi nessuno ha».
LA ROMA PUÒ CREDERE ALLO SCUDETTO – «Di certo per l’entusiasmo della piazza: è un primato inaspettato che mancava da più di un decennio e la gente sogna. Soprattutto, la squadra ha grandi margini di crescita: tutto quello che ha fatto finora lo ha praticamente ottenuto senza continuità di rendimento delle punte».
UN DUALISMO CHE DURERÀ FINO ALLA FINE – «L’Inter si giocherà lo scudetto, nessun dubbio. Ha valori innegabili e ha aumentato la qualità del contributo della panchina con Bonny, Pio, Sucic e con Zielinski, che senza infortuni è un nuovo acquisto. A Roma c’è entusiasmo travolgente, ma ora la squadra non deve pensare al titolo, solo ad avere continuità per tornare tra le prime quattro: la differenza fra stare stabilmente in Champions o meno cambia il futuro, i bilanci e soprattutto l’appeal internazionale del club. E la Roma ne ha bisogno per costruire il progetto dei Friedkin».
LE MIGLIORI INSEGUITRICI – «Continuo a pensare che il Napoli abbia qualcosa in più insieme all’Inter ovviamente, ma le altre sono lì, dal Milan alla Juventus fino al Bologna».
IL PUNTO DEBOLE DEI GIALLOROSSI – «In alcune partite la Roma ha faticato a concretizzare le occasioni: le tre sconfitte per 1-0 si somigliano per un grande rammarico finale, pensiamo al rigore di Dybala col Milan o al gol divorato da Dovbyk contro l’Inter».
ZIRKZEE RINFORZO IDEALE PER LA ROMA – «Potrebbe trasformare lo spessore giallorosso negli ultimi 16 metri, è un profilo perfetto per qualità tecnica e capacità di leggere il gioco. Spero che i Friedkin capiscano che è il momento di fare un ulteriore sforzo, anche se a gennaio non è mai facile».
COSA MANCA ALL’INTER – «Deve tornare a vincere gli scontri diretti come faceva fino a due anni fa, troppi punti persi che pesano sulla classifica e a volte anche sul morale».
QUESTA INTER È PIÙ FORTE DI QUELLA DELL’ANNO SCORSO – «Se è più forte lo dirà il tempo, ma che sia più completa sicuramente sì. Grazie ad Akanji, che a me piace più di Pavard, a Sucic che è un titolare aggiunto e soprattutto grazie ai due giovani dell’attacco, Bonny ed Esposito: l’eventuale assenza di un membro della ThuLa non è più motivo d’ansia come in passato. Stravedo per Pio, ma il rendimento di Bonny al primo anno di Inter è mostruoso: fa un gol o un assist ogni 50 minuti di Serie A. Di 22enni così al primo anno di Inter ne ricordo pochi».
CHIVU – «Chivu è il leader riconosciuto dello spogliatoio ma è anche “uno di loro”, lo vedi dalle esultanze e dagli abbracci. E mi piace tanto la sua comunicazione, sempre positiva, misurata: a Napoli è stato bravissimo a non parlare dell’arbitro ma solo degli errori della sua squadra. Aveva stile già da giocatore, da tecnico mi ricorda Ancelotti».









































