Biasin: «Dimarco? Le parole su Inzaghi non sono state il massimo. Si deve ricordare una cosa» | OneFootball

Le parole di Fabrizio Biasin, ex centrocampista, sulla situazione attuale dell’Inter dopo la vittoria in Champions League. Tutti i dettagli

Nel suo editoriale per TMW, Fabrizio Biasin ha analizzato le dichiarazioni di Federico Dimarco rilasciate a Sky alla vigilia della partita Inter-Slavia Praga di Champions League. Le parole del difensore nerazzurro hanno suscitato molteplici interpretazioni, suscitando il dibattito tra gli addetti ai lavori. In particolare, molte delle sue affermazioni sono state lette come una possibile frecciata nei confronti di Simone Inzaghi, che quest’estate ha lasciato la panchina dell’Inter dopo anni di alti e bassi. Dimarco, infatti, ha espresso un concetto che ha fatto pensare a una critica velata alla gestione precedente, aprendo così a un ampio confronto su come il cambiamento in panchina stia influenzando la squadra, le sue dinamiche interne e l’approccio al gioco sotto la guida di Cristian Chivu. Di seguito la sua analisi-

PAROLE DI DIMARCO SU INZAGHI – L’immagine di Dimarco che in conferenza bacchetta il suo ex allenatore non è il massimo della vita. E ve lo dice un grande fan dell’esterno nerazzurro, per il sottoscritto tra i più forti in assoluto nel suo ruolo alla faccia di chi gli vuole male e gli contesta “la condizione fisica”. Che un esterno nel 3-5-2 possa far fatica nei finali di partita è cosa normalissima, in più i numeri di Dimarco dicono che il ragazzo incide tanto e con rara efficacia (nessuno come lui quanto a gol + assist in serie A da quando è tornato all’Inter).

I MERITI DI INZAGHI – E però quelle parole rivolte a Inzaghi suonano stonate, anche solo perché indirizzate al tecnico che per primo ha scelto di dargli un’occasione quando tanti (compreso il suo allenatore precedente) pensavano che non fosse all’altezza di una maglia pesante come quella dell’Inter. Si sbagliavano di grosso e questo è certamente un merito del ragazzo (non ha mai smesso di credere in se stesso) ma anche dell’allenatore che lo ha gestito in tutti questi anni.