Beppe Bergomi riflette sulla Nazionale di Gattuso, Serie A e Champions: opinioni dall’ex capitano nerazzurro | OneFootball

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·14 ottobre 2025

Beppe Bergomi riflette sulla Nazionale di Gattuso, Serie A e Champions: opinioni dall’ex capitano nerazzurro

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Beppe Bergomi e alcune sue riflessioni sul calcio moderno che oscillano dalla Nazionale alla Serie A: le parole dell’ex nerazzurro

L’ex capitano dell’Inter, Beppe Bergomi, ospite del programma Scontro diretto su YouTube, ha parlato di molte tematiche legate al calcio italiano e internazionale. Partendo dalla Nazionale, Bergomi ha sottolineato l’importanza di creare una cultura vincente:

«C’è una generazione che non ha visto l’Italia al Mondiale, bisogna tornare indietro in pratica al 2006 perché nel 2010 e nel 2014 siamo andati fuori presto. Vinciamo l’Europeo in una parentesi, ma perché siamo una Nazione che ha cultura. In quel momento abbiamo Mancini con una visione che vuole portare la Nazionale dove merita e crea un sentiment. E lì c’era Vialli, lo ha detto lui, la malattia lo ha reso un uomo migliore, ed è stato un punto di riferimento per tutti, ci ha permesso di andare oltre e vincere. Credo che dovremo passare ancora per gli spareggi».


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Sul fronte dei grandi allenatori in Italia, Bergomi ha analizzato la carriera di Massimiliano Allegri e la gestione dei club di alto livello:

«Il salto di qualità puoi farlo anche all’estero, ma all’Italia ha lavorato con grandi club e in poco tempo mette a posto una squadra per il campionato. Questi grandi allenatori devono essere bravi a circondarsi di bravi allenatori. Lo staff del Milan quest’anno fa cose diverse già dal riscaldamento». Ha anche commentato il diverso equilibrio competitivo delle squadre italiane, sottolineando come la mancanza di impegni europei possa rappresentare un vantaggio: «Dicono che il Milan sia candidata allo scudetto perché è senza Coppe? Lo ha detto anche Florenzi: dice che nel 2022 hanno vinto lo scudetto perché vanno subito fuori dalla Coppa. Anche l’Inter ha vinto lo scudetto dopo essere uscita dalle Coppe e anche il Napoli lo ha vinto così».

Infine, Bergomi ha discusso delle favorite per la Champions League, indicando l’Arsenal come squadra di riferimento e sottolineando la profondità della rosa:

«Mi ero concentrato su Bayern, Barcellona, PSG. Ma quest’anno punto forte sull’Arsenal. Rosa profondissima con l’Arsenal coperta dappertutto, in tutti i ruoli. Ci voglio credere ancora che ci siano. A Barcellona ce ne erano tanti, perché rimanendo nel nostro campionato io ho vissuto Gigi Riva, Antonioni, Totti e quindi capisco che adesso è difficile restare sempre nella stessa squadra. Ma perché Donnarumma non poteva essere una bandiera per il Milan? Chi ti sta vicino ti deve far capire cos’è la storia di una società».

Bergomi ha concluso ricordando la sua esperienza personale e l’importanza della fedeltà ai club: «Se un giovane arriva in un grande club deve restare. Io l’anno scorso sono stato premiato dall’Atletico Bilbao. Loro premiano chi è sempre stato nella stessa squadra, ma loro ti danno il premio quando lo stadio è pieno con le squadre schierate, tutti applaudono. A cose così dobbiamo tendere noi».

Queste dichiarazioni evidenziano come Bergomi consideri fondamentali valori come cultura, continuità e formazione dei giovani, pur valutando il calcio moderno in un contesto sempre più globale e competitivo.

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