Inter News 24
·20 ottobre 2025
Bergomi non ha dubbi: «L’Inter è tornata squadra! Andava rimotivata, c’è una cosa che mi è piaciuta più di tutte con la Roma»

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·20 ottobre 2025
Dagli studi di Sky Sport, l’ex capitano della Beneamata Beppe Bergomi ha analizzato il successo dell’Inter all’Olimpico. Secondo “Lo Zio”, la squadra è tornata a essere un gruppo unito, simboleggiato dall’abbraccio finale tra il tecnico Cristian Chivu e il centrocampista Nicolò Barella. Ha elogiato le nuove alternative in attacco, come Pio Esposito e Ange-Yoan Bonny, che offrono soluzioni diverse.
Pur riconoscendo la forza della squadra, simile a quella vista con Simone Inzaghi, Bergomi ha individuato nella linea difensiva più alta la vera novità introdotta da Chivu. Ha poi promosso l’innesto del difensore svizzero Manuel Akanji, definito più funzionale rispetto all’ultimo Pavard e portatore dell’esperienza acquisita con Pep Guardiola al Manchester City, rispondendo così ai dubbi sull’età della rosa. La sfida, ora, è mantenere questo livello per tutta la stagione.
SUL MOMENTO DELL’INTER – «L’Inter è tornata squadra. Ora ha anche due attaccanti, uno che ti allunga la squadra, e nei momenti di grande pressione ti entra Pio Esposito. La cosa che mi è piaciuta di più è stato l’abbraccio finale tra Chivu e Barella: l’Inter doveva essere rimotivata, cancellare il finale di stagione. Anche l’Inter di Inzaghi di questi tempi dava 6 gol alla Lazio, 5 al Verona, 4 all’Atalanta… Questa squadra, quando stanno bene fisicamente, è forte. La devi mantenere per 60 partite, se arriva ancora in fondo. Se avesse preso il gol dell’1-1, che ci stava, cosa avremmo detto? Che ancora cala nel finale. La squadra è sempre quella, ma il vero cambio che c’è stato tra l’anno scorso e quest’anno è la linea difensiva, che cerca di rimanere più alta».
LA PREOCCUPAZIONE – «I giocatori sono gli stessi. La preoccupazione era: è ancora in grado di essere quella squadra, con un anno in più? Non hanno messo dentro un giovane, ma uno più funzionale come Akanji rispetto all’ultimo Pavard, non quello del primo anno. Lui rimane più difensivo, ma ha conoscenze: quando arrivi da 3-4 anni di Manchester City con Guardiola, vieni qui e giochi, e giochi bene»