Juventusnews24
·21 ottobre 2025
Calciomercato Juve ad alta tensione (Gazzetta): Tudor non ascoltato da Comolli in estate. Lui voleva Kolo Muani e… Retroscena

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·21 ottobre 2025
La tensione in casa Juventus comincia a emergere pubblicamente, e a farla trapelare è stato lo stesso Igor Tudor. La frase apparentemente innocua («Il Como è una finta piccola e i giocatori li ha scelti tutti l’allenatore, una bella cosa»), lasciata cadere durante la conferenza stampa prima della partita e che ha visibilmente irritato Cesc Fabregas, era in realtà un messaggio diretto. Un dardo neanche troppo in codice indirizzato alla sua dirigenza, in particolare a Damien Comolli.
Sono passati meno di due mesi da un mercato estivo durante il quale il tecnico bianconero era apparso molto più diplomatico («Ho fiducia nel club, che conosce il mio pensiero»). Ora, complice un momento complicato a livello di risultati, il malcontento represso comincia a venire a galla, svelando tensioni latenti. Tudor, sebbene spesso misurato nelle dichiarazioni, possiede un carattere deciso e fumantino: se si espone così, è perché c’è più di qualcosa che non va.
Il nodo cruciale è la divergenza di vedute sul calciomercato Juve estivo. Inizialmente, quando ancora Cristiano Giuntoli era in sella, i piani erano diversi e approvati da Tudor, con obiettivi come Tonali e Osimhen e una spesa da 150 milioni. Dopo la conquista del quarto posto, Tudor ha seriamente considerato le dimissioni, salvo essere convinto a restare (proprio da Giuntoli, che volò a Spalato) accettando un budget limitato. È la ricostruzione di Gazzetta.it.
La sua richiesta a Comolli era stata chiara: poche risorse, quindi meglio concentrarsi sui riscatti di Conceiçao e Kolo Muani e sull’innesto di un centrocampista forte. Invece, Comolli ha investito oltre 100 milioni per cinque giocatori: Conceiçao, Zhegrova, David, Openda e Joao Mario. E qui nasce la frattura: a parte il primo, nessuno degli altri aveva il suo pieno gradimento. Tudor preferiva il profilo di Alberto Costa (ceduto) a Joao Mario; aveva dubbi sulla tenuta fisica di Zhegrova (dimostrandosi preveggente); e considerava David e Openda alternative a Vlahovic, non complementi.
Tudor si è sentito poco ascoltato. Voleva Kolo Muani, ritenuto più duttile, e un mediano dinamico con gol nelle gambe. Non ha avuto nessuno dei due. Il suo scarso impiego dei nuovi (David a parte) dimostra le sue perplessità. La sintonia con Comolli è ai minimi storici, e la rottura definitiva dell’equilibrio sarebbe stata la gestione di Kolo Muani, promesso per un’estate e perso l’ultimo giorno. Tudor, che alla Lazio si dimise per divergenze simili, ha pensato di farlo anche alla Juve, ma l’amore per il club lo ha trattenuto. Quella frase sul Como, però, suona come un ultimatum.