Conferenza stampa Spalletti pre Juve Sporting Lisbona: «Fino alla fine e oltre come slogan. Yildiz come Kvara, Vlahovic sarebbe felicissimo di rimanere qui» | OneFootball

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·3 novembre 2025

Conferenza stampa Spalletti pre Juve Sporting Lisbona: «Fino alla fine e oltre come slogan. Yildiz come Kvara, Vlahovic sarebbe felicissimo di rimanere qui»

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Conferenza stampa Spalletti pre Juve Sporting Lisbona: le sue dichiarazioni alla vigilia del quarto match di Champions League 2025/26

(inviato all’Allian Stadium) – Dopo l’esordio vittorioso a Cremona, la Juve di Luciano Spalletti si affaccia nel palcoscenico europeo. Bianconeri che affrontano lo Sporting Lisbona domani alle 21.00, con un solo obiettivo: vincere la prima partita in Champions League. 2 punti in 3 partite, serve un cambio di marcia per non perdere il treno playoff. LA CONFERENZA STAMPA DI DI GREGORIO ALLA VIGILIA DI JUVE SPORTING

Nel giorno di vigilia, Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza stampa alle 18.15 per presentare il match davanti ai media. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.


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COSA VUOL RIVEDERE DA CREMONA – «Sono stato contento di aver fatto determinate scelte, mi hanno restituito informazioni per progredire col lavoro, parlare coi calciatori e andare avanti».

CHE PARTITA SI ASPETTA CON LO SPORTING – «Difficilissima, san giocare a calcio. Con Borges ha fatto vedere di sapere stare in campo, di avere un’idea di gioco precisa nonostante uno non riesca a codificarla se la vede bene. È una caratteristica del calcio portoghese. Loro sono bravissimi a fare sostituzione dei ruoli, poi hanno una qualità nello stretto di palleggiare che è un’insidia per tutti».

RUOLO YILDIZ – «Un punto di partenza è domandare all’altro dove si sente bene, cosa gli piacerebbe io facessi per lui… Quando si domanda a lui, dice che gli piace interpretarla un po’ quella posizione di centro-sinistra o spigolo sulla fascia. Van bene tutte e due, perché è bravo se gioca più da seconda punta, sull’esterno, quello che può disturbarlo un po’ sono i rientri di 100 metri. Le squadre forti si adattano a fare anche questo. La tecnica è ti faccio vedere chi sono, la spallata è perché ti faccio vedere dove voglio passare».

AMBIZIONE CHAMPIONS – «Io ho detto di lottare per lo Scudetto, non di vincere lo Scudetto. C’è differenza tra giocare per lottare e giocare per vincere. Avendo questo nome, questa storia con la quale confrontarci, ma davvero sono l’allenatore della Juventus? Ci fa bene farlo, poi uno deve essere disponibile a fare sempre di meglio. Finché la matematica non ce lo vieta, dobbiamo ambire a lottare per qualsiasi cosa. Allo slogan della Juve aggiungerei oltre la fine, per lottare per qualsiasi cosa».

COSA L’HA SORPRESO DI CREMONA – «La vittoria di Cremona è merito dei calciatori, io non ci ho messo mano perché non si può mettere mano. Vi ringrazio per cosa avete detto, ma loro sono stati attenti a ciò che viene fatto, sono state corrette le risposte in campo. Sono sempre stati blocco squadra, li ho trovati difficilmente lunghi, qualche volta nella salita ci siamo allungati qualche metro ma abbiamo fatto ricomposizioni che possono essere usate per il futuro. Una disponibilità importante. Oggi c’è stato un allenamento in più, si è parlato di qualcosa, ieri si sono allenati quelli che non han giocato. Ho detto qualcosa ieri, qualcosa oggi. Ma ciò che mi fa veramente piacere è gli occhi con cui mi guardano. Dicci che fare e noi si parte, questo è fondamentale e racconta la voglia dei giocatori, la disponibilità a fare bene. Loro sono un buon gruppo dal punto di vista calcistica e umano».

ANSIA DI VINCERE – «È una fortuna giocare la Champions League, è la suite del calcio, la lounge del calcio. Se il calcio fosse un Grand Hotel la Champions sarebbe la sua suite. Per giocare questa competizione dobbiamo avere un’idea propria di quello che è essere squadra. Dobbiamo avere un’idea di essere squadra, e dobbiamo proteggerla. Si passa da lì, bisogna avere il coraggio di scegliere ciò che vogliamo fare. Di solito si ha sempre 3 possibilità: la scelta corretta, la scelta sbagliata e l’incertezza di cosa voglio fare. L’incertezza è la cosa peggiore. Non è un’alibi giocare ogni 3 giorni, bisogna farla finita – parlo dei miei giocatori – di dire che abbiamo giocato 3 giorni fa. Non abbiamo scappatoie, andare lì dentro ed essere curiosi di ciò che facciamo. Se scegliamo delle cose vedremo dove portare il discorso e quale comportamento avere».

HA IMPOSTO REGOLE? – «Loro sono ordinatissimi, si impegnano e vengono a lavorare. Io in un primo momento quando ho cominciato facevo delle regole e loro scoprivano l’inganno. Sono state anche preso in giro per regole fatte…La regola migliore è il buon senso, si ha una logica ai comportamenti. Non lo dico io, lo dicono loro da soli. La Juve le regole le ha sempre avute. Si va lì, si cerca di conoscersi meglio, si danno indicazioni e poi magari aspettarsi e trovare piacere se vengono condivise. Anche a me loro hanno insegnato tante cose, come stare in campo a livello di squadra. L’essenziale è lavorare, dire, usare bene il tempo che è fondamentale. Se ci rotoliamo dietro le giornate diventa difficile, se si dicono cose costruttive a casa qualcosa portiamo».

YILDIZ GLI RICORDA QUALCHE GIOCATORE CHE HA ALLENATO – «È a disposizione. Sono stato fortunato, ho avuto qualche grande calciatore…Uno dei più recenti è Kvara, aveva quelle caratteristiche lì. Quello che ha avuto meno visibilità di quelli che ho allenato, che è stato fenomenale con un talento incredibile è Totò Di Natale. Tirava fuori robe in allenamento e in partita… Voi vedete l’1 per mille di quello che succede in allenamento. Yildiz è uno di quelli che in fondo alla stagione ci riempie Instagram a tutti con le sue giocate».

INCERTEZZE DELLA SQUADRA – «Quando non sei supportato dall’entusiasmo, dallo star bene non accompagnato da un risultato positivo, ribaltare quella roba lì è pesante. Ti impegni e non porti niente a risultato fatto e la testa si appesantisce. La struttura è quella di non essere uomo forte, il livello in cui dobbiamo andarci a comportare super top, extra top, è roba che va al di là. Il fatto che ora abbiamo vinto due partite e lo han fatto da soli, ci mette in condizione di giocarcela alla pari con lo Sporting».

CAMBIASO E VLAHOVIC – «Sono due calciatori fondamentali per la nostra squadra. Cambiaso è un calciatore modernissimo, ormai non si ha più questi ruoli prestabiliti, ci sono compiti che uno può svolgere per l’altro anche. Questo essere calciatore moderno dà grande vantaggio, poi ti sai comportare e sai la scelta migliore per il bene della squadra. Cambiaso è forte, fortissimo, ti dà tantissime soluzioni, ti mette a posto, ti dà la possibilità di scegliere dove farlo giocare, per mettere gli altri nel proprio ruolo. Deve diventare più bravo di testa ma troviamogli un difetto… Dusan è avvantaggiato perché lui sa che roba è questa qui della Juventus e cosa ci si aspetta, è abituato alle pressioni e alle insidie nel vestire una maglia del genere. Ci ho parlato negli ultimi giorni, è felicissimo e sarebbe felicissimo di rimanere qui. Non lo va a impensierire il fatto che non ha contratto a disturbare. Lui vuol giocare a calcio, partite belle come queste. L’altra sera ha dato risposte splendide sotto tutti gli aspetti».

RAFFREDDATO? – «Colpa loro, mi han fatto urlare…Non sono raffreddato, non ho voce».

COSA VUOL VEDERE DOMANI«Mi piacerebbe vedere un riferimento a quanto ci siamo detti oggi in allenamento. Sarei già contento».

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