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·29 settembre 2025

Euro Rivali — Napoli, dopo l’Etihad la strada in Champions è tutta da scrivere

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Il sipario europeo del Napoli si è alzato nel cuore dell’Inghilterra, là dove le luci dell’Etihad illuminano il calcio dal laboratorio di Pep Guardiola. È finita 2-0 per il Manchester City, con il peso di una condanna anticipata che ha cambiato la partita: l’espulsione di Giovanni Di Lorenzo intorno alla mezz’ora. Fino a quel momento il Napoli aveva retto con coraggio, compatto, attento nelle chiusure e pronto a far male con le ripartenze. Ma restare in dieci contro una corazzata come i Citizens è un lusso che non ci si può permettere. La squadra di Guardiola ha aspettato il momento giusto: prima ha forzato le linee, poi ha trovato il vantaggio sfruttando la superiorità numerica sugli esterni. Da lì in avanti, il copione è diventato inevitabile. Il Napoli ha provato a difendersi con l’orgoglio, ma la pressione inglese è stata troppo alta. La sconfitta, alla prima del girone, pesa ma non condanna: in fondo, perdere a Manchester non è un peccato capitale, lo diventa solo se non si sa reagire. E adesso, dal calendario, arrivano avversari che sembrano scritti da un romanziere: ognuno con un carattere, un’anima e una crepa da scovare.

Lo Sporting, equilibrio e cinismo lusitano

Il primo ostacolo al Maradona si chiama Sporting Lisbona (1 ottobre). I portoghesi, nell’ultima gara di campionato, hanno vinto in trasferta contro l’Estoril, 0-1 firmato da Suarez, che vola a quota 5 gol e 2 assist in 7 giornate. Non è solo un tabellino: è l’identità di una squadra che ama colpire al momento giusto, con precisione quasi chirurgica. Lo Sporting sa attendere, muove la palla con intelligenza e poi punge con inserimenti centrali e ripartenze veloci. Il Napoli dovrà restare lucido, evitare forzature e ricordarsi che contro squadre così ordinate basta un errore di posizione per compromettere l’intera serata.


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Il PSV, fuoco olandese e il rebus Pepi

Il 21 ottobre toccherà al PSV Eindhoven, che ha piegato l’Excelsior grazie alla firma di Saibari nei minuti finali. Una partita che racconta l’anima degli uomini di Bosz: verticalità, ritmo, orgoglio. L’infortunio di Pepi preoccupa, ma il tecnico olandese è stato chiaro: “Meglio fermarlo subito, piuttosto che rischiare”. Nel frattempo, Guus Til ha fatto un lavoro straordinario da falso centravanti. Questo PSV è camaleontico, sa cambiare pelle e non si arrende mai. Una squadra che se la giochi a viso aperto col Napoli, rischiando però di lasciare spazi dietro: gli azzurri dovranno sfruttarli con cinismo.

Francoforte, attacco da urlo e difesa ballerina

Il 4 novembre arriverà il turno dell’Eintracht Francoforte. Una squadra schizofrenica, capace di segnare sei gol e poi incassarne quattro in venti minuti dal Borussia Mönchengladbach. È già arrivata a 17 reti in 5 giornate, ma la difesa scricchiola come legno vecchio. Protagonisti assoluti dell’ultima sfida sono stati i soliti nomi caldi: Chaibi, autore di un gol e due assist con la naturalezza di chi accende la luce in ogni azione; Doan, regista offensivo capace di inventare due passaggi chiave; il difensore-goleador Koch, che ha firmato una sorprendente doppietta da vero centravanti aggiunto; e soprattutto Uzun, talento di appena 19 anni che continua a riscrivere i propri numeri con una maturità da veterano: con la rete e l’assist dell’ultima giornata è già a quota 5 gol e 3 assist in 5 partite. Una pioggia di fuoco che fotografa l’anima del Francoforte: spregiudicata, verticale, affamata. Per il Napoli la sfida sarà un esercizio di intelligenza: reggere l’urto senza smarrirsi e, al tempo stesso, saper approfittare degli spazi che inevitabilmente i tedeschi concedono. La parola chiave, qui più che altrove, sarà equilibrio: contenere la tempesta senza rinunciare al contrattacco.

Qarabag, la mina caucasica

Il 25 novembre, al Maradona, arriverà il Qarabag. Una squadra che i più snobbano, ma che ha già battuto il Benfica e sta vivendo un momento d’oro. Dopo il 5-0 di due settimane fa, ha vinto ancora 2-0, con Zoubir e Gurbanly protagonisti. Non sarà la partita più affascinante del girone, ma è di quelle che possono decidere la qualificazione: guai a sottovalutare gli azeri, capaci di imbrigliare l’avversario e punire ogni disattenzione.

Benfica, Mourinho e il peso della tradizione

Il 10 dicembre ci sarà la trasferta al Da Luz, contro il Benfica di José Mourinho. Qui il fascino della storia incontra la durezza della realtà: i portoghesi sono reduci dal successo firmato dalla doppietta di Pavlidis, arrivata a ribaltare un match complicato. Il centravanti greco, tra campionato e Champions, è già a quota 6 gol in 8 partite: un attaccante che trasforma in oro ciò che tocca. Mourinho, intanto, sta ricostruendo fiducia attorno a una squadra che sa sia ripartire che fare la partita. Per il Napoli sarà una delle notti più dure: qui non si vince solo sul campo, ma anche nei nervi.

Copenaghen, pragmatismo nordico

Dopo la pausa invernale, il 20 gennaio, il Napoli volerà a Copenaghen. Qui il calcio si gioca con ordine, intensità e cuore. Il 2-1 rifilato al Sonderjyske porta la firma di Robert, autore di una doppietta decisiva. In dieci partite, i danesi hanno già 20 punti: non saranno scintillanti, ma sanno come portare a casa il risultato. Il gelo scandinavo, lo stadio compatto e la forza fisica degli avversari sono ostacoli che spesso fanno inciampare chi arriva distratto e per questo la compagine partenopea, guidata da un condottiero come Antonio Conte, dovrà arrivare concentrata come al solito, senza sottovalutare l’avversario.

Chelsea, l’ultima sfida al Maradona

Il 28 gennaio si chiuderà il girone al Maradona, contro il Chelsea di Enzo Maresca. Gli inglesi non vivono un buon momento: dopo le sconfitte con United e Bayern, hanno ceduto anche al Brighton, crollando nel finale dopo l’espulsione di Chalobah. Il Chelsea appare stanco, fragile, insicuro, ma resta pur sempre una squadra di Premier, con qualità individuali che possono cambiare il destino di una partita. Sarà l’ultima gara del girone, l’occasione per il Napoli di scrivere la propria sentenza europea: riscatto o rimpianto.

Andrea Alati

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