Calcionews24
·6 settembre 2025
Faggiano: «L’incidente, il trapianto, il calvario. Ma ho perso 60 kg e sono rinato»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·6 settembre 2025
Tra i volti tesi e le trattative dell’ultimo giorno di mercato, allo Sheraton di Milano spiccava il sorriso e l’eleganza di Daniele Faggiano. Impeccabile nel suo doppiopetto, il nuovo direttore sportivo della Salernitana ha concluso una sessione di trasferimenti frenetica, salutato con affetto da un mondo che lo conosce da oltre quindici anni. Ma dietro la professionalità di sempre, c’è un uomo nuovo, più leggero di 60 chili e più forte di una battaglia vinta contro la morte, che resta il suo successo più grande. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato.
La sua è la carriera di un giramondo del calcio. Partito come portiere in Puglia, viene scoperto come manager da Giorgio Perinetti, che lo vuole con sé a Bari e Siena, ottenendo due promozioni in Serie A con Antonio Conte in panchina. Da solo, sfiora l’impresa a Trapani, perdendo una finale playoff per la massima serie. Poi le esperienze intense a Palermo, dove si dimette per lealtà verso l’esonerato De Zerbi, e la storica doppia promozione con il Parma, portato dalla C alla A. Dopo le avventure genovesi con Genoa e Sampdoria, terminate bruscamente con l’arresto di Ferrero, arriva uno stop forzato. Un periodo di riposo che, però, nascondeva un nemico invisibile. «Ero stanco e spossato», ricorda Faggiano, «credevo che fosse perché non lavoravo. Ma non era così. Se l’emoglobina deve essere a 13, la mia era a 5».
Il dramma personale inizia a manifestarsi il 10 dicembre 2023, mascherato da un brutto incidente stradale. «In autostrada, a San Benedetto, stavo andando a Modena e mi sono rotto due vertebre. Però sono uscito dall’ospedale firmando, contro la volontà dei medici. E una volta a casa, mio padre e mio suocero mi hanno rimandato a farmi vedere». I controlli successivi svelano la terribile verità: il fegato non funzionava. A quasi 140 chili per 1.90 di altezza, inizia un percorso di diete e cure, con l’ombra del trapianto che si fa sempre più concreta.
Nell’estate del 2024 accetta l’incarico a Catania, ma le sue condizioni peggiorano. «Ma non stavo bene», ricorda, «e dopo la partita a Biella con la Juve Next Gen sono stato male. Grazie al dottor Ciampi dell’ospedale a Catania abbiamo capito la situazione e mi ha mandato all’Ismett a Palermo dal dottor Gruttadauria che ha preso in mano la situazione. Prima mi hanno fatto un piccolo intervento, poi è diventato urgente il trapianto». La chiamata che gli salva la vita arriva poco prima di Natale. «Il 19 dicembre ero a cena con i miei genitori e mister Toscano, è arrivata la telefonata: entro tre ore dovevo essere a Palermo per il trapianto».
L’operazione è solo l’inizio di un calvario durato 100 giorni. «Un calvario, pensavo di non uscirne. Momenti bui, non li auguro a nessuno. Sono stato 100 giorni in ospedale, avevo vicino mia moglie Giorgia e i miei genitori, la mia forza. Come il Catania, da Pelligra e Grella a tutti i tifosi. E gli infermieri, diventati come fratelli: solo per portami in bagno, facevano una fatica enorme». In quei giorni difficili, ha dovuto lottare anche contro i suoi demoni. «Ho provato dolore, rabbia. Una volta non capivo perché negli ospedali le finestre sono chiuse, me ne sono reso conto quando volevo aprirne una e scappare. Ma pensavo alla famiglia, alla bambina, agli amici veri che hanno sofferto con me e mi sono sempre vicini: sono venuti a trovarmi Perinetti, Ausilio e Baccin, poi giocatori come Torregrossa e Inglese».
Da marzo 2025 è iniziata la sua rinascita, con una nuova prospettiva. «Ora vedo la vita diversamente, mi arrabbio sempre ma capisco che i problemi sono altri. Ho capito cosa vuol dire soffrire e se posso aiutare qualcuno lo faccio». L’opportunità offertagli dal presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, è stata la spinta finale. «Il presidente mi ha dato la carica definitiva. Lui ne ha tanta! E me l’ha trasmessa. Il lavoro è la medicina migliore». In un solo mercato ha mosso una cinquantina di giocatori, pronto per la sfida della Serie C. «Il girone è tosto… Spero di trasmettere la mia carica alla squadra. Essere qui mi ha dato forza e ora affronto questo impegno con l’entusiasmo di prima. Anzi più di prima, come se fossi resuscitato».